Debito ecologico contro debito estero
Avete mai sentito fare ragionamenti sul debito ecologico? Per fortuna qualcuno che li fa c’è. «Dovete lavorare su questa parola: il debito ecologico». A dirlo è stato Papa Fr
Mitigano l’effetto serra, preservano la biodiversità, prevengono l’erosione del suolo e riducono il rischio di frane e alluvioni. Ecco perché serve un approccio olistico alla gestione.
Le foreste sono spugne che, assorbendo CO2 e rilasciando ossigeno, contribuiscono significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, la loro attività non si conclude in questo scambio: sono davvero tante – e spesso sottovalutate – le funzioni ecosistemiche che possono donarci. Oltre a mitigare l’effetto serra, i boschi preservano la biodiversità, offrendo habitat vitali a numerose specie animali e vegetali. Dal punto di vista idrogeologico, prevengono l’erosione del suolo e riducono il rischio di frane e alluvioni, proteggendo le infrastrutture e le comunità locali. Economicamente, le foreste sostengono industrie come quella del legno e del turismo, creando opportunità di lavoro e promuovendo lo sviluppo sostenibile delle aree rurali.
Se pensate che, per garantire i servizi ecosistemici offerti dagli alberi basti aumentare il numero di alberi e piante, purtroppo dovrete ricredervi. Affinché tutto ciò accada non è infatti sufficiente aumentare la superficie delle foreste, ma è essenziale che la crescita avvenga attraverso pratiche di gestione sostenibile.
Questo concetto è definito da Forest Europe ed adottato dalla FAO come «la gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali in un modo e ad un ritmo che mantengano la loro biodiversità, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale per svolgere, ora e in futuro, le loro funzioni ecologiche, economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale e che non provochino danni ad altri ecosistemi».
La gestione sostenibile delle foreste offre un approccio olistico che assicura che le attività forestali non solo soddisfino le esigenze attuali senza compromettere quelle future, ma che contribuiscano anche a bilanciare ed integrare le funzioni ecologiche, economiche e sociali delle foreste. Queste pratiche sono fondamentali per la conservazione della biodiversità, la protezione delle risorse idriche, la regolazione del clima e il sostegno alle comunità locali e alle loro economie. Per questo è fondamentale, anche in Italia, monitorare quanta parte del patrimonio boschivo sia gestita in tale modo e ciò è possibile attraverso il riconoscimento delle certificazioni forestali.
Le certificazioni forestali giocano un ruolo cruciale nel verificare e dimostrare la sostenibilità delle pratiche forestali. Questo meccanismo non solo garantisce una gestione responsabile delle foreste, ma pone i consumatori in collegamento con le origini sostenibili dei prodotti che acquistano, aumentando la trasparenza e la fiducia nel mercato. In Italia, nel 2023, gli ettari forestali certificati erano circa un milione: 85.214 sono gli ettari certificati secondo lo standard di gestione forestale FSC in Italia (con una crescita dichiarata dall’ente del 4,4%) e ben 980.611,54 da PEFC Italia (con un incremento del +5,9% rispetto all’anno precedente). Proprio Programme for Endorsement of Forest Certification schemes ha recentemente diffuso i dati sui boschi certificati PEFC (che, essendo il 92% del totale in Italia, possono dare un quadro fortemente indicativo) che aiutano a comprendere in quali regioni siano più presenti foreste certificate, quali siano i servizi ecosistemici di cui i cittadini possono fruire ma anche quali siano i settori produttivi che utilizzano maggiormente legno certificato, sostenendo così la filiera.
Ecco dove i boschi sono gestiti meglio in base al report PEFC:
Oltre all’aumento quantitativo – che ha comunque il suo peso – è importante valutare anche la qualità della gestione che include il mantenimento della biodiversità e la preservazione del paesaggio naturale, essenziali per l’equilibrio ecologico e la qualità della vita.
Gli enti certificatori non si limitano a contabilizzare le superfici forestali gestite, ma valutano anche i servizi ecosistemici che costituiscono «quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo». Nel 2023, registra PEFC, le certificazioni per questi servizi sono cresciute del 47%, enfatizzando la capacità delle foreste di stoccare CO2 e fornire servizi turistico-ricreativi.
Secondo la definizione formulata dal MEA (Millennium Ecosystem Assessment), i servizi ecosistemici possono essere raggruppati in alcune categorie principali, alla
cui base ci sono i servizi di supporto alla vita ovverosia i servizi essenziali per garantire gli altri,
quali:
L’importanza dei Servizi Ecosistemici è quindi molto elevata in quanto essi, direttamente o indirettamente, influenzano e sostengono la vita ed il benessere umano in termini di salute, accesso alle risorse primarie, sostentamento e qualità della vita.
Nel corso della stagione estiva, con la siccità e la carenza idrica che ormai accompagnano tutto il periodo caldo, è elevato il rischio di incendi. A volte tutto ciò viene raccontato quasi come un destino ineluttabile, ma questo accade solo perché gli eventi catastrofici fanno più notizia del lavoro di prevenzione. I boschi gestiti – quindi quelli non abbandonati a sé stessi – e in particolare quelli certificati per la gestione forestale sostenibile, attiva e consapevole, hanno una probabilità di essere interessati da incendi in misura fino a 9 volte inferiore rispetto a quelli non certificati. Ciò, a contrario, vuol dire che le aree che crescono in maniera incontrollata hanno il 900% di possibilità in più di essere distrutte da un incendio.
Sebbene agli occhi dei non addetti ai lavori ciò potrebbe non essere evidente, il verde non è sempre uguale. La minore incidenza di incendi nelle aree certificate è dovuta al monitoraggio costante, agli interventi di prevenzione e alla migliore accessibilità. A causare gli incendi contribuisce senza dubbio anche la mancanza di una gestione delle foreste, oltre che il cambiamento climatico e le azioni dell’uomo cui sono imputabili il 75% dei roghi. C’è di più: PEFC Italia ha calcolato che spegnere un incendio costa fino a 8 volte più che prevenirlo.
L’incremento delle certificazioni può essere sicuramente letto come l’impegno nell’utilizzo responsabile delle risorse forestali, ma oggi si lavora affinché la sostenibilità riguardi tutta la filiera assicurando che ogni prodotto derivato sia tracciabile e sostenibile.
Questa tracciabilità è garantita dalla certificazione di Catena di Custodia: nel caso di PEFC il report registra un aumento del numero delle aziende che hanno ottenuto la certificazione di CoC pari al’8,6% rispetto all’anno precedente (con dati in linea anche in FSC che, nel 2023, ha registrato un aumento del numero di certificati di Catena di Custodia, leggermente inferiore e pari a +6,5%). Il trend conferma la crescente necessità, da parte dei consumatori – sempre più consapevoli di quanto sia importante agire per contrastare e mitigare il cambiamento climatico in atto – di avere delle garanzie in merito alle tematiche di sostenibilità ambientale e, di riflesso, quella delle aziende di impegnarsi per la costruzione di un futuro che sia in armonia con le risorse della Terra, muovendosi su tre pilastri oggi tra loro sempre più interdipendenti: economico, ecologico e sociale.
Quali tipologie di aziende sono interessate? Per quanto riguarda le categorie produttive, in base ai dati PEFC, in termini assoluti le più certificate sono le imprese produttrici di pannelli (297 aziende, con un aumento del +16,93% rispetto all’anno precedente), che quest’anno sorpassano le segherie (254) che, finora, rappresentavano la categoria più numerosa.
In termini di crescita, si registra quella del settore degli imballaggi in legno con un aumento del 20,56% di aziende certificate, sottolineando la svolta eco-compatibile di un comparto, come quello del packaging responsabile, che in passato aveva la caratteristica di produrre molti scarti una volta giunto nelle case dei consumatori. Crescono anche le aziende di infissi (+19,15%), mentre si attestano su +16,20% le imprese che si occupano di legno lamellare e su +15,15% quelle che realizzano componenti per mobili. Infine, si segnala una crescita significativa anche nel settore del cartone (+13,51%) e della carpenteria (+12,22%).