Catastrofi climatiche: nasce un’alleanza nel Mediterraneo

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Catastrofi climatiche: nasce un’alleanza nel Mediterraneo

Si chiama PPRD-Med ed è un coordinamento di protezione civile nell’area euro per la prevenzione del rischio di catastrofi, la preparazione e la risposta agli eventi estremi a livello subregionale e regionale.

Ce ne stiamo accorgendo, i cambiamenti climatici picchiano, e picchiano duro adesso. Nel modo più evidente e immediato creano catastrofi a cui bisogna saper reagire – ne va spesso della vita di molti – ma a cui bisogna anche prepararsi, mentre procede troppo lentamente l’eliminazione delle cause del cambiamento climatico, ovvero l’azione di “mitigazione”.

Una cosa ci insegna la crisi climatica: è troppo vasta ed evolve troppo rapidamente perché qualche nazione possa illudersi di farvi fronte da sola. Nel bene e nel male, ci costringe a unire le forze come paradossale lato positivo di un disastro annunciato: almeno questo comincia a essere realtà.

Il 6 giugno 2023, nell’ambito di una serie di eventi presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – la Farnesina – la Direzione Generale per la Protezione Civile e le Operazioni di Aiuto Umanitario della Commissione Europea (DG ECHO) ha lanciato il nuovo progetto “Prevenzione, Preparazione e Risposta alle Catastrofi Naturali e Provocate dall’Uomo nei paesi del vicinato meridionale dell’UE – programma “PPRD Mediterraneo” – che articola strumenti di intervento congiunto per episodi come le nostre recenti alluvioni chiamando all’appello tutta l’area euro-mediterranea.

In dettaglio:

  • Il PPRD-Med si concentrerà sulla creazione di capacità delle istituzioni di protezione civile dei paesi partner per la prevenzione del rischio di catastrofi, la preparazione e la risposta alle catastrofi a livello subregionale e regionale.
  • Rafforzerà le interconnessioni tra tutti gli attori governativi pertinenti, le parti interessate della società civile e la comunità scientifica, promuovendo anche approcci nazionali organici e coordinati alla prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi.
  • Il programma mira a rafforzare il coordinamento regionale e subregionale, la cooperazione istituzionale e la collaborazione operativa tra i paesi.
  • Insieme al programma è stato lanciato anche uno studio multinazionale per condurre un’analisi completa del panorama del rischio di catastrofi e della capacità di risposta stanziando 2,4 milioni di euro.

Il lancio del programma è stato aperto – e non è un dettaglio se ancora qualcuno volesse negare che il clima è in crisi – con una conferenza ad alto livello su “Cambiamenti climatici, protezione civile e ‎Sicurezza umana – ‎Verso un’efficiente cooperazione euro-mediterranea”, con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministero degli Affari Esteri, Antonio Tajani, del direttore generale per la Protezione civile e le Operazioni di Aiuto Umanitario della Commissione Europea, Maciej Popowski, del segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, Nasser Kamel, e del capo del Dipartimento della Protezione Civile italiana, Fabrizio Curcio.

Si riconosce la realtà, ottima notizia. Ma non dobbiamo mai dimenticarci quello che ci dicevano gli anziani: prevenire è meglio che curare, anche perché se continuiamo così ci aspettano scenari a cui nessun coordinamento di protezione civile al mondo potrà davvero far fronte.

È​ Vice Segretario Generale per l’Energia e l’Azione Climatica dell’Unione del Mediterraneo. È​ un diplomatico italiano ed è stato coordinatore per l'eco-sostenibilità della Cooperazione allo Sviluppo. È stato delegato alle Nazioni Unite, console in Brasile, consigliere politico a Parigi e, alla Farnesina, responsabile dei rapporti con la stampa straniera e direttore del sito internet del Ministero degli Esteri. Da una ventina d'anni concentra la sua attenzione sui cambiamenti climatici. Nel 2009 la Ottawa University in Canada gli ha affidato il primo insegnamento attivato da un'università sulla questione ambiente, risorse, conflitti e risoluzione dei conflitti. Collabora da tempo con il Climate Reality Project, fondato dal premio Nobel per la pace Al Gore.