Adattarsi al clima: le città cambiano colore
Le aree urbane risentono più delle aree rurali del surriscaldamento globale. Il cosiddetto “effetto isola di calore” può aumentare le temperature di 4-5 gradi centigr
Si chiama PPRD-Med ed è un coordinamento di protezione civile nell’area euro per la prevenzione del rischio di catastrofi, la preparazione e la risposta agli eventi estremi a livello subregionale e regionale.
Ce ne stiamo accorgendo, i cambiamenti climatici picchiano, e picchiano duro adesso. Nel modo più evidente e immediato creano catastrofi a cui bisogna saper reagire – ne va spesso della vita di molti – ma a cui bisogna anche prepararsi, mentre procede troppo lentamente l’eliminazione delle cause del cambiamento climatico, ovvero l’azione di “mitigazione”.
Una cosa ci insegna la crisi climatica: è troppo vasta ed evolve troppo rapidamente perché qualche nazione possa illudersi di farvi fronte da sola. Nel bene e nel male, ci costringe a unire le forze come paradossale lato positivo di un disastro annunciato: almeno questo comincia a essere realtà.
Il 6 giugno 2023, nell’ambito di una serie di eventi presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – la Farnesina – la Direzione Generale per la Protezione Civile e le Operazioni di Aiuto Umanitario della Commissione Europea (DG ECHO) ha lanciato il nuovo progetto “Prevenzione, Preparazione e Risposta alle Catastrofi Naturali e Provocate dall’Uomo nei paesi del vicinato meridionale dell’UE – programma “PPRD Mediterraneo” – che articola strumenti di intervento congiunto per episodi come le nostre recenti alluvioni chiamando all’appello tutta l’area euro-mediterranea.
In dettaglio:
Il lancio del programma è stato aperto – e non è un dettaglio se ancora qualcuno volesse negare che il clima è in crisi – con una conferenza ad alto livello su “Cambiamenti climatici, protezione civile e Sicurezza umana – Verso un’efficiente cooperazione euro-mediterranea”, con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministero degli Affari Esteri, Antonio Tajani, del direttore generale per la Protezione civile e le Operazioni di Aiuto Umanitario della Commissione Europea, Maciej Popowski, del segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, Nasser Kamel, e del capo del Dipartimento della Protezione Civile italiana, Fabrizio Curcio.
Si riconosce la realtà, ottima notizia. Ma non dobbiamo mai dimenticarci quello che ci dicevano gli anziani: prevenire è meglio che curare, anche perché se continuiamo così ci aspettano scenari a cui nessun coordinamento di protezione civile al mondo potrà davvero far fronte.