Welfare Italia: occasione PNRR

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Welfare Italia: occasione PNRR

In arrivo 41,5 miliardi entro il 2026: le 5 priorità per rilanciare il lavoro e affrontare la transizione demografica secondo il rapporto 2021 del Think tank “Welfare, Italia” del Gruppo Unipol e di The European House-Ambrosetti presentato a Roma.

L’impatto del COVID-19 si è fatto sentire in maniera importante sulla spesa del welfare italia tradizionale (Sanità, Politiche Sociali, Previdenza) e su quella relativa all’Istruzione. Se guardiamo al 2021 raggiungerà un totale stimato in circa 632 miliardi di euro, con una crescita di circa 6 miliardi di euro rispetto al 2020. Ma dobbiamo considerare anche il 2020 anno in cui l’incremento della spesa per il welfare era stato pari a 50 miliardi di euro rispetto al 2019. La crisi non ha alterato significativamente la suddivisione della spesa, confermando lo sbilanciamento della componente previdenziale (49%) che tuttavia evidenzia una diminuzione del 2,3% rispetto ai valori del 2019 attestandosi su valori più bassi anche del 2009 (49,7%). Questi numeri sono contenuti nel Rapporto 2021 Think Tank “Welfare, Italia” sviluppato Da Gruppo Unipol in collaborazione con The European House-Ambrosetti e presentato il 23 novembre 2021 a Roma a Palazzo Venezia. «In Italia il welfare assorbe il 66,2% circa della spesa pubblica totale. La crisi COVID-19 ha indotto un incremento generalizzato di tutta la spesa in welfare sia nel 2020 che nel 2021», ha detto Valerio De Molli, Managing Partner e CEO The European House Ambrosetti che ha sottolineato come un mercato del lavoro efficiente sia una precondizione per garantire la capacità redistributiva del welfare. «L’evoluzione demografica del Paese rappresenta una “doppia tenaglia”: nei prossimi 30 anni rischiamo di perdere 7,6 milioni di persone in età lavorativa, mentre l’indice di dipendenza degli anziani potrà arrivare fino al 65%. Oggi donne e giovani sono i più penalizzati». 

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Per Carlo Cimbri, Group Ceo di Unipol se vogliamo migliorare e garantire il welfare dobbiamo tornare alle origini. «Occorre rimettere al centro del sentire comune l’importanza del lavoro. Solo attraverso la creazione di posti di lavoro potremo permetterci di sostenere il nostro sistema previdenziale, il nostro sistema sanitario e avere le risorse per sostenere le fragilità della terza età. Questa è una Repubblica fondata sul lavoro e bisogna promuovere il lavoro che c’è se c’è impresa.” ha sottolineato Carlo Cimbri, Group Ceo di Unipol. «Bisogna allargare la torta e l’Italia deve diventare un paese attrattivo. Serve un’immigrazione di qualità perché abbiamo anche un problema di paese che invecchia», ha aggiunto Cimbri.​​​

L’inverno demografico è il vero tema a cui fare fronte secondo il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo che indica tre ambiti su cui agire: i flussi di produzione o acquisizione di nuovo capitale umano, come nascite e immigrazioni, evitando l’emigrazione; la formazione scolastica e il superamento dei gap di genere; e la conservazione e la val​orizzazione delle risorse umane, molto importanti e non adeguatamente valorizzate. «Avremo 2,237 milioni di ultra novantenni nel 2070, oggi sono 800 mila e anche dal punto di vista della spesa sanitaria, abbiamo ricordato quali potrebbero essere le conseguenze. Non siamo soli, questo vale anche a livello europeo. La tendenza c’è e da noi è particolarmente esasperata» ha sottolineato Blangiardo.


Il bisogno di risposte mirate è evidenziato dal Rapporto che mostra un aumento delle differenze a livello territoriale. I risultati di Welfare Italia Index 2021 – l’indicatore sintetico che valuta sia gli aspetti legati alla spesa in welfare sia aspetti legati ai risultati che questa spesa produce – mettono in luce, rispetto ai dati 2020, una crescente polarizzazione regionale nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane.

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Le risorse del PNRR delineano un’opportunità storica per il rilancio dell’Italia e per un adattamento evolutivo del suo sistema di welfare verso un modello di precisione. Considerando il totale di fondi veicolati attraverso la Recovery and Resilience Facility di Next Generation EU, l’Italia è il primo Paese beneficiario dello strumento per un totale di 191,5 miliardi di euro: “Welfare, Italia” stima che il PNRR destinerà al welfare non meno di 41,5 miliardi di euro, pari al 22% del budget del Piano, grazie alle diverse azioni riconducibili al welfare previste nelle Missioni 4 (Istruzione e Ricerca), 5 (Inclusione e Coesione) e 6 (Salute). «Stiamo vivendo un passaggio cruciale per il futuro di questo Paese e non possiamo sbagliare, dobbiamo avere la capacità di cogliere le sfide e trovare le giuste risposte e le opportunità» ha detto Pierluigi Stefanini, Presidente Gruppo Unipol e Vice Presidente della controllata UnipolSai Assicurazioni. «Dobbiamo investire di più e meglio, con maggiore sobrietà e sostenibilità. Lo possiamo fare e lo dobbiamo fare, nel triplice crinale che consiste in: innovazione necessaria, sperimentazione e il dovere di individuare dei criteri di misurazione». Per Stefanini serve un’evoluzione del welfare intelligente che crei un nuovo rapporto di reciprocità tra pubblico e privati e che sia sostenibile ovvero dia delle risposte di economicità e risponda alla pluralità dei bisogni della comunità.
Secondo Veronica De Romanis, Professore di Politica Economica Europea, Stanford University, Firenze e LUISS Guido Carli Roma, non si può dare tutto a tutti e bisogna investire su un welfare di precisione per non sprecare questa occasione e puntare sull’inclusione.
https://www.youtube.com/embed/PcIQ7iUaXd8

​Il Think Tank “Welfare Italia” ha individuato 5 priorità d’azione che il Paese deve affrontare per far evolvere il sistema verso il modello di welfare di precisione, a partire dalla considerazione che lavoro e demografia sono i due pilastri necessari a sostenere la capacità redistributiva del sistema di welfare.

  • Digitalizzazione dei servizi di welfare
  • Gestione attiva dell’evoluzione demografica
  • Politiche attive a supporto del mercato del lavoro
  • Riforma delle politiche passive e dei meccanismi degli ammortizzatori sociali
  • Misure finalizzate ad accrescere l’occupazione femminile

Vediamo in dettaglio le 5 priorità di azione per il sistema di welfare italiano

Raggiungere un’effettiva digitalizzazione dei servizi di welfare
L’Italia alloca con il PNRR alla transizione digitale 59 miliardi di euro (di fatto pari alla somma di Francia, Germania e Spagna). La proposta è di creare un punto di accesso unico digitale per i servizi di welfare che consenta ai cittadini di consultare attivamente tutte le proprie opzioni, in ambito sanitario, previdenziale, formativo e di politiche sociali.

Gestire in modo più attivo l’evoluzione demografica del Paese
A fronte dei fenomeni di invecchiamento demografico e denatalità, l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL raggiungerà il 17,3% nel 2040 (+1,0 punti percentuali rispetto al 16,3% nel 2018) e ulteriori criticità riguarderanno la capacità di garantire un’adeguata assistenza agli anziani e in particolare alla popolazione non autosufficiente (che potrà essere pari a 6,3 milioni di individui tra soli 10 anni, più del doppio rispetto ad oggi). In questa prospettiva, l’indirizzo del Think Tank “Welfare, Italia” si sostanzia lungo tre ambiti, connessi alla: promozione del risparmio, in particolare attraverso l’introduzione di forme di risparmio previdenziale integrativo fin dai primi anni di vita, sul modello dei Children’s Saving Accounts; cultura del welfare attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione; valorizzazione della telemedicina, della teleassistenza e delle best practice del privato, con l’attivazione di tavoli di confronto territoriali misti pubblico/privato.

Dispiegare efficaci politiche attive a supporto del mercato del lavoro
Ad oggi l’Italia alloca alle politiche passive ben l’85% della spesa in politiche del lavoro (a fronte del 73% della Francia, del 69% della Spagna e del 55% della Germania). Inoltre, il nostro sistema è caratterizzato da carenze del sistema formativo e da un limitato impatto dei percorsi di formazione interni alle aziende. Tutto ciò porta ad un mismatch delle competenze, ovvero un’elevata incidenza di lavoratori (il 38,2%, quasi 5 punti percentuali in più della media UE) sovra-qualificati o sotto-qualificati rispetto alla loro effettiva mansione. “Welfare, Italia” propone il potenziamento della formazione duale e la collaborazione tra formazione e imprese attraverso meccanismi premiali, oltre al potenziamento sostanziale dei Centri per l’Impiego, a partire dalla creazione di Banche dati nazionali, superando l’attuale frammentazione regionale, e dall’integrazione delle agenzie di intermediazione private nella selezione delle offerte.

Riformare le politiche passive e i meccanismi degli ammortizzatori sociali
La crisi COVID-19 ha determinato un aumento nel numero di famiglie in povertà assoluta che hanno superato i 2 milioni (con un’incidenza pari al 7,7%), per un totale di oltre 5,6 milioni di individui. Parallelamente è aumentato il ricorso a strumenti di inclusione sociale come il Reddito e Pensione di Cittadinanza (a settembre 2021, il numero medio mensile di percettori del RdC è il 5,4% maggiore rispetto ai percettori dello stesso mese nell’anno precedente), il quale tuttavia presenta alcuni meccanismi che ne penalizzano la precisione. Gli indirizzi suggeriti dal Think Tank pertanto raccomandano di intervenire sull’ottimizzazione del Reddito di Cittadinanza (riduzione del requisito dei 10 anni di residenza in Italia, revisione della scala di equivalenza, differenziazione dell’importo del sussidio in base al costo della vita) e la revisione del sistema degli ammortizzatori sociali attraverso l’attuazione di un meccanismo che vincoli la fruizione degli strumenti di politiche passive del lavoro alla partecipazione a percorsi di formazione, aggiornamento e re-skilling. Con l’obiettivo di accrescere la base occupazionale, inoltre, il perimetro degli ammortizzatori sociali potrebbe essere esteso anche a piani aziendali che prevedano il pensionamento anticipato di lavoratori e l’attivazione di un ricambio generazionale (rapporto di almeno 2:1 tra lavoratori in ingresso, a tempo indeterminato e under 35, e lavoratori in uscita).

Promuovere misure finalizzate ad accrescere l’occupazione femminile
Per raggiungere una parità nel mondo del lavoro occorre agire in due direzioni: migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e promuovere la loro indipendenza economica. Con riferimento alla prima direzione, il nostro paese mostra un quadro particolarmente critico. L’Italia è ultimo tra i Paesi UE-27+UK per tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, con un valore pari a 54,7% nel 2020: 11,9 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (67,6%). Per quanto riguarda il secondo ambito di intervento – promuovere l’indipendenza economica delle donne – l’Italia si dimostra in realtà già più virtuoso della media europea, con un gender pay gap orario in media più contenuto rispetto alla media UE (5,7% vs 11,2%). Nell’approccio del Think Tank “Welfare, Italia”, una maggiore inclusione femminile al lavoro rappresenta un’opportunità di crescita economica per il Paese: l’eliminazione del gender pay gap e il pareggio del tasso di occupazione femminile con quello maschile potrebbero infatti generare un valore economico pari a 110 miliardi di euro per l’Italia, pari al 6,7% del PIL. Tra gli interventi da attuare: la trasformazione dei congedi di maternità e paternità in congedi gender neutral, l’adozione di misure a supporto della maternità a 360° (corsi di formazione per l’up-skilling o il re-skilling), l’introduzione di incentivi fiscali per le persone fisiche anche per favorire la previdenza complementare tra le donne e l’adozione di misure rivolte alle imprese, come certificazioni, incentivi e/o meccanismi premiali.

Al Forum “Welfare Italia” 2021 sono intervenuti:
Gian Carlo Blangiardo (Presidente, Istat – Istituto Nazionale di Statistica), Elena Bonetti (Ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia), Axel Börsch-Supan (Director, Munich Center for the Economics of Aging, Max Planck Institute for Social Law and Social Policy, Germany), Silvio Brusaferro (Presidente, Istituto Superiore della Sanità), Riccardo Cesari (Consigliere, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni-IVASS), Carlo Cimbri (Group CEO, Unipol Gruppo), Valerio De Molli (Managing Partner e CEO, The European House Ambrosetti), Veronica De Romanis (Professore di Politica Economica Europea, Stanford University, Firenze e LUISS Guido Carli, Roma), Ettore Dorrucci (Capo Divisione, Politiche fiscali, BCE), Mariastella Gelmini (Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie), Chiara Goretti (Coordinatrice della Segreteria tecnica del PNRR, Presidenza del Consiglio dei Ministri), Giuseppe Guzzetti (già Presidente, Fondazione Cariplo), Tommaso Nannicini (Presidente della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Senato della Repubblica), Bruno Palier (Research Director at Sciences Po, Centre for European Studies and Comparative Politics, France), Gilberto Pichetto Fratin (Viceministro dello Sviluppo Economico), Antonio Polito (Editorialista e Vice Direttore, Corriere della Sera), Walter Ricciardi (Consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza Covid-19; Presidente del Mission Board for Cancer, Commissione Europea; Coordinatore del Comitato Scientifico, Human Technopole), Stefano Scarpetta (Direttore, Dipartimento di Employment, Labour and Social Affairs, OECD), Pierluigi Stefanini (Presidente, Unipol Gruppo), Andrea Urbani (Direttore Generale per la Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute), Margaret Whoriskey (Head of Technology Enabled Care and Digital Healthcare Innovation, Scottish Government).​

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