Lo sviluppo del software con la GenAi
Alcune considerazioni sull’impatto della GenAI negli ambienti di sviluppo collaborativo: dall’Hackathon alla pratica quotidiana degli sviluppatori software. Hackathon
Perché il Gruppo Unipol ha inserito nella politica di sostenibilità l'impegno a misurare l'impatto del programma messo in atto.
Perché il Gruppo Unipol ha inserito nella politica di sostenibilità l’impegno a misurare l’impatto del programma messo in atto.
Unipol ha formalizzato nella Politica di Sostenibilità l’impegno a misurare l’impatto delle azioni messe in atto. La misurazione, in generale, consente di decidere in quale direzione continuare, ampliare, reindirizzare un determinato programma, ma anche di “rendere conto” ai vari stakeholder coinvolti.
Per capire cosa ci ha portato a voler estendere la misurazione dell’impatto sociale al Welfare cosiddetto “di secondo livello” partiamo da alcune considerazioni.
Quando parliamo di Welfare Aziendale viene sempre ribadita la sua importanza per i benefici attesi in termini di benessere per i dipendenti e le loro famiglie, di vantaggi per l’azienda (in termini di clima aziendale, senso di appartenenza, capacità di retention e di attraction e quindi produttività), per il territorio e, non da ultimo, in termini di reputation sul mercato. Ma per l’appunto è necessario dotarsi di strumenti di misurazione per cogliere queste dimensioni e poter indirizzare le iniziative di Welfare a tali fini, tanto più se si considera il Welfare anche come una forma di remunerazione erogata sotto forma di un sistema di servizi, facilitazioni e iniziative finalizzate a sostenere il non sempre facile equilibrio tra le esigenze della vita professionale e le esigenze della vita personale, facendo in modo che il positivo svolgersi dell’una migliori lo svolgersi dell’altra e viceversa.
Negli ultimi 5 anni Unipol ha via via aggiornato la propria proposition sul Welfare (da ora in avanti ci riferiamo alle iniziative di Welfare di secondo livello), arricchendo l’offerta con iniziative e servizi e nel contempo strutturando strumenti di raccolta ed analisi dei dati per monitorare l’andamento degli interventi, la soddisfazione, i bisogni e l’efficacia rispetto agli obiettivi, strumenti quali Survey su tutta la popolazione aziendale, Focus group e Dashboard di Analytics per valutare l’efficacia anche delle azioni di comunicazione, oltre che l’utilizzo dei servizi.
Per quanto importati, dalle risultanze emerse da queste analisi non emergeva ancora con piena contezza il significato profondo del valore generato, ed auspicato, delle iniziative di Welfare in un’ottica multi stakeholder di dipendenti, familiari, territorio e naturalmente l’azienda stessa.
Il Gruppo infatti è convinto che il Welfare aziendale possa essere fonte di innovazione sociale e produrre valore e benessere non solo per i singoli individui, ma per la comunità aziendale e per la società nel suo complesso, e con questo approccio imposta le proprie progettualità di Welfare aziendale affinché abbiano un impatto concreto, capacitante e rigenerante sulla vita delle persone.
Unipol ha quindi, da un lato, integrato l’analisi di Reputation, riproposta tutti gli anni in collaborazione con il Reputation Institute, con un focus sul Welfare. I risultati sono stati molto interessanti perché hanno evidenziato che le colleghe e i colleghi che conoscono l’offerta di Welfare del Gruppo hanno una reputazione migliore dell’azienda, danno una valutazione molto più positiva della dimensione “workplace” e sono più propensi a parlar bene dell’azienda in generale, dei suoi prodotti e servizi e a consigliare ad amici di lavorare in Unipol.
Dall’altro lato è stata avviata l’Analisi d’Impatto Sociale del Welfare per misurare se e quanto ci fossero cambiamenti, positivi o negativi, nelle condizioni delle persone e nell’ambiente in cui lavorano e vivono e se tali cambiamenti fossero riconducibili proprio alle iniziative implementate.
A tal fine sono stati presi a riferimento i principali standard di rendicontazione utilizzati per la valutazione di impatto sociale (metodi di processo, metodi di impatto e metodi di monetizzazione) e sono stati definiti diversi tipi di indicatori, sia quantitativi sia qualitativi, impiegando l’analisi di input, attività, output ed outcome a medio e a lungo periodo.
Per questo progetto Unipol si è avvalsa di un gruppo di lavoro interdisciplinare di professionisti, che potesse mettere a fattor comune sia le migliori competenze tecniche in ambito di misurazione d’impatto che delle politiche di welfare aziendale, composto da:
con Project management a cura della Dott.sa Francesca Romana Rizzi di Jointly – il Welfare Condiviso s.r.l.
Il progetto è stato articolato in diverse fasi:
1. Definizione benefici attesi dal Welfare
La definizione dei benefici attesi discende dalle strategie e dagli obiettivi di Welfare che l’azienda si è data ed è cruciale perché naturalmente orienta tutte le scelte successive. Nel Gruppo Unipol i principali benefici attesi del Welfare sono:
2. Definizione perimetro di analisi
L’ambito di monitoraggio per il primo anno d’analisi è stato circoscritto a 5 iniziative valutate prioritarie:
3. Definizione Key Performance Indicator (KPI)
Partendo dai benefici attesi si è proceduto ad identificare i KPI, articolati per gli stakeholder ed i progetti a perimetro, quali ad esempio:
4. Definizione degli strumenti
Gli strumenti utilizzati per lo svolgimento dell’analisi sono stati: survey sviluppate ad hoc, benchmarking, bibliografia scientifica ed analisi desk dei dati.
LE PRINCIPALI RISULTANZE
Dall’analisi di Maam si evidenza che:
Si vedano i principali outcome nella grafica:
BORSE DI STUDIO INTERCULTURA
Dall’analisi emerge che per le ragazze e ragazzi che hanno svolto le Borse di studio vi è un impatto su:
Si vedano i principali outcome nella grafica:
PUSH TO OPEN
I risultati su “Push to Open Junior” e “Push to Open” mettono in luce impatti molto rilevanti:
FRAGIBILITA’
L’analisi di impatto del programma Fragibilità ha fatto emergere:
SERVIZI LIBERA TEMPO
Infine per i Servizi Libera Tempo si evidenziano:
Si veda l’infografica per una visione sintetica e complessiva dei principali impatti articolati per stakeholder:
Da questi risultati si evidenzia pertanto che i cambiamenti che il Welfare può apportare nella qualità della vita delle persone, delle loro famiglie e più in generale nel territorio e nella società possono essere anche molto rilevanti, con riflessi in tanti casi di lungo periodo.
L’incremento delle competenze trasversali di genitori e ragazzi, la maggiore identificazione con Unipol, la capacità di tenere insieme l’identità di genitore con quella di lavoratore, facendo in modo che l’una dia energia all’altra, la diminuzione delle preoccupazioni nel dover confrontarsi con importante scelte, la disponibilità di informazioni e strumenti altrimenti difficili da reperire, il risparmio di tempo che consente di dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto sono alcuni dei più importanti risultati che questo primo report ci consegna.
L’assunto che il Welfare abbia una funzione generativa, capacitante e rigenerante può trovare così una prima conferma e incoraggia a proseguire creando un sistema ancora più organico e puntuale di misurazione per rendere ancora più solidi questi risultati già molto importanti nel tracciare la direzione.