Italia poco protetta: perché solo il 6% delle abitazioni è assicurato?

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Italia poco protetta: perché solo il 6% delle abitazioni è assicurato?

Il gap culturale ed economico espone milioni di famiglie italiane ai danni delle catastrofi naturali. Il confronto con gli altri Paesi europei.

In Italia, la casa rappresenta il bene più prezioso per le famiglie. Eppure, paradossalmente, è anche tra i meno protetti. Secondo i dati ANIA 2022 e aggiornamenti riportati nell’intervento Unipol–ANRA di marzo 2025, solo il 6% delle abitazioni italiane è coperto da una polizza contro le calamità naturali. Un dato allarmante, soprattutto alla luce dell’aumento degli eventi estremi che colpiscono il nostro territorio: alluvioni, frane, grandinate e terremoti sempre più frequenti, anche in zone storicamente considerate “sicure”.
Il confronto con l’estero è impietoso: in Francia e Spagna, grazie a sistemi assicurativi integrati pubblico-privati, la copertura per rischi catastrofali raggiunge rispettivamente il 98% e oltre il 90% delle abitazioni. In Germania, sebbene non vi sia obbligo, la copertura supera il 50%. In Italia, invece, la protezione resta facoltativa e poco incentivata.

I rischi sono reali, ma la percezione resta bassa

Il rapporto “Trends – Incendi e catastrofi naturali” di ANIA, aggiornato al 2022, mostra come l’Italia sia tra i Paesi europei più esposti al rischio idrogeologico e sismico. Eppure, la diffusione delle polizze catastrofali resta estremamente limitata. Anche nel 2025, come evidenziato dalla presentazione Unipol–ANRA, il fenomeno interessa meno del 10% delle famiglie italiane, con profonde disuguaglianze geografiche e sociali.
Secondo un’indagine condotta nel 2024 da Cerved, solo il 33% degli italiani ritiene “molto probabile” che la propria casa possa subire danni da eventi naturali. Il restante 67% o lo esclude del tutto o non ci pensa affatto.

Una sottovalutazione del rischio che ha radici profonde:

  • Culturali, per la diffusa percezione di “invulnerabilità individuale”;
  • Economiche, per la priorità data ad altre spese percepite come più urgenti;
  • Psicologiche, per un’errata fiducia nella protezione pubblica post-emergenza.

Il ruolo delle istituzioni: poca prevenzione, molta emergenza

Un altro ostacolo alla diffusione delle coperture è la presenza implicita dello Stato come “assicuratore di ultima istanza”. In assenza di un sistema strutturato, molti cittadini confidano nei fondi pubblici post-catastrofe. Tuttavia, come dimostrano i dati raccolti da EIOPA nel Financial Stability Report 2024, questi fondi arrivano spesso in ritardo, in misura parziale e con tempi incerti.
In Francia o Spagna, invece, gli indennizzi vengono erogati entro poche settimane, grazie a sistemi obbligatori cofinanziati dai premi assicurativi versati da tutti i cittadini. In Italia, la mancanza di un sistema centralizzato e obbligatorio accentua le disparità, lasciando i più vulnerabili esposti a danni irreparabili.

Le conseguenze: impatti sistemici e sociali

Nel documento Unipol–ANRA 2025 si evidenzia un punto chiave: le catastrofi naturali non colpiscono solo il patrimonio fisico, ma l’intera tenuta economica e sociale delle comunità. Un evento grave può:

  • Costringere intere famiglie ad abbandonare la propria casa;
  • Comportare spese impreviste per anni;
  • Erodere risparmi, liquidità e capacità di credito.

L’assenza di una copertura assicurativa adeguata genera effetti a catena anche per banche, comuni e regioni, che si trovano a fronteggiare emergenze senza risorse strutturate. In un Paese dove oltre l’80% delle famiglie vive in abitazioni di proprietà, non proteggere la casa significa mettere a rischio la base patrimoniale di milioni di italiani.

Un cambiamento possibile (e necessario)

Nel 2024, l’Italia ha fatto un primo passo importante introducendo l’obbligo assicurativo per le imprese contro eventi catastrofali, tramite la Legge di Bilancio. Ma per i privati cittadini non esiste ancora alcuna forma di obbligatorietà, né un sistema mutualistico analogo a quello francese.

Secondo quanto emerso dagli studi EIOPA e dal CNR-IRISS, una soluzione efficace potrebbe essere:

  • Un sistema obbligatorio modulare, con contributo minimo su ogni polizza casa;
  • La creazione di un fondo nazionale di compensazione, garantito dallo Stato;
  • Campagne informative capillari, gestite da compagnie e Protezione Civile.

Il ruolo delle assicurazioni

Compagnie come Unipol stanno già lavorando in questa direzione, offrendo coperture specifiche contro eventi naturali all’interno di pacchetti come Casa&Servizi e promuovendo una cultura assicurativa più consapevole. Ma il salto di scala richiede una strategia coordinata tra pubblico e privato.
L’Italia non può più permettersi di ignorare il rischio. In un contesto climatico che cambia rapidamente e in un Paese tra i più esposti d’Europa, restare scoperti significa affidare il proprio futuro alla fortuna.
Assicurarsi non è solo una scelta di buon senso: è un atto di responsabilità verso sé stessi, la propria famiglia e la comunità. Perché la resilienza comincia dalle fondamenta. E la casa, in Italia, è proprio questo: la prima e più importante.

Fonti principali:

  • ANIA – Trends: incendi e catastrofi naturali, 2022
  • Intervento Unipol–ANRA, marzo 2025
  • EIOPA – Financial Stability Report, giugno 2024
  • Cerved – Percezione del rischio climatico in Italia, 2024
  • CNR–IRISS – Sistemi assicurativi pubblici-privati in Europa, 2023
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