Curarsi con il cibo sano

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Curarsi con il cibo sano

Per allungare la propria vita sono sufficienti poche regole. Per la nutrigerontologia addirittura ne bastano tre: mangia, rilassati e dormi. Ecco perché.

Per allungare la propria vita sono sufficienti poche regole. Per la nutrigerontologia addirittura ne bastano tre: mangia, rilassati e dormi. Ecco perché è importante mangiare cibo sano.

Per allungare la propria vita sono sufficienti poche regole. Per il dottor Kris Verburgh addirittura ne bastano tre. «Mangia più sano, prediligendo le verdure i grassi buoni al posto di cibi pieni di zuccheri e di amido; riduci i livelli di stress e prova a essere felice; dormi meglio perché il sonno “ripara” l’organismo, e spazza via tutte le tossine che introduciamo e accumuliamo con le proteine» ha detto Verburgh che Changes Unipol ha incontrato al TEDxRoma 2017.

Mangia, rilassati e dormi. Facile a dirsi, ma difficile da realizzare in tempi moderni dove la routine è diventata frenesia sia nel lavoro sia nel tempo libero. Al riguardo l’olandese Verburgh, medico ed esperto di biotecnologie, consiglia di usare come driver per un’esistenza migliore e più lunga un’alimentazione migliore. Infatti è un pioniere della nutrigerentologia, la scienza che studia l’influenza dell’alimentazione sui processi di invecchiamento e sulle malattie legate all’età. Così diventano fondamentali domande quali: Cosa mangi? Quanto mangi? Quando mangi? Mangi cibo sano ? «Se mi nutro con molte proteine animali, ingerisco tanto zucchero, bevo molte bibite gassate o caffè accelero le molecole che causano il processo di invecchiamento, con il risultato che i tessuti diventano più rigidi, le rughe aumentano e sale la pressione sanguina» ha detto Verburgh.

E l’impatto non è soltanto di natura medica. Infatti nutrirsi meglio vuol dire curarsi meno e ridurre la spesa sanitaria. Secondo Verburgh, i governi possono fare molto in questa direzione. «Intanto cercare di spiegare ai propri cittadini come una sana alimentazione può migliorare la loro salute e ridurre l’invecchiamento del proprio corpo» ha sottolineato il medico olandese. Ma non solo. Per Verburgh devono educare anche attraverso modelli di vita più virtuosi, spiegando come mangiare meglio. «Bisogna cominciare nelle scuole, all’interno delle comunità dovrebbero crearsi dei gruppi per supportarsi a vicenda o per fare sport insieme. E sarebbe anche utile fare in modo che gli alimenti più nutrienti, penso ai mirtilli o alle noci, costino meno».

Come ha raccontato nel suo libro la Clessidra alimentare (Apogeo), per Verburgh bisogna rivoluzionare il proprio schema nutrizionale, proprio imparando la distinzione tra good food e trash food. Operazione più difficile di quanto sembri. «Si è sempre pensato che più s’ingeriscono calorie più s’ingrassa. Ma il discorso è più complesso» ha detto Verburgh. «Lo dimostra il fatto che c’è chi mangia molto e nonostante questo ha sempre fame. A fare la differenza sono i cibi sani, come le verdure. I quali, a differenza di quelli che accelerano l’invecchiamento come la carne, riescono a riprogrammare sia il proprio metabolismo sia il cervello, riducendo la fame».​​

La prima cosa da fare, secondo il medico olandese, è ridurre lo zucchero, che può essere nelle bevande gassate o nelle merendine ( non proprio cibo sano ). Ma non è sufficiente fermarsi qui. È utile sostituire le proteine delle carni rosse con quelle presenti nelle carni bianchi, nel pesce o nelle verdure come broccoli, noci o lattuga. «Raccomando anche di sostituire il pane, le patate, la pasta o il riso, che sono cibi pieni di amidi e che non contengono molta vitamina C o sali minerali», ha detto. «Meglio vegetali con un maggiore apporto di fibre». Cosa non deve mancare? I grassi buoni, come gli Omega3, che sono molti importanti per il nostro organismo, per esempio per l’attività circolatoria e quella celebrare. «Li trovi nelle noci, avocado, olio di olivo o nei pesci più grassi come il salmone. Il 60% del cervello è formato da grassi saturi, infatti quelli che ingeriamo si trasformano in chetoni» ha detto Verburgh.​​

Tutti i consigli di Verburgh vanno visti in chiave in antiage. «Consiglio di mangiare questo cibi che abbassano l’invecchiamento e i rischi alle malattie a esso legato: il tè, specialmente quello verde e quello bianco, aiutano il sistema cardiovascolare, la composizione del caffè diminuisce i rischi del Parkinson e dell’Alzheimer, la cioccolata fondente, con almeno il 70% di cacao, interviene sul cervello e riduce il bisogno di insulina, i mirtilli proteggono il Dna».

Intanto, per aggirare l’ostacolo, c’è chi sta lavorando a una pillola antiage per risolvere ogni problema. «C’è qualcuno che vorrebbe un pasticca che ci permetta di stare bene, mangiando male e non facendo esercizio. Io non credo che basterebbe. Meglio, prendere una piccola dose di aspirina per facilitare l’attività cardiaca e unire il tutto a una sana attività sportiva» ha detto Verburgh. Di converso, ci sono aziende che stanno sviluppando nuove tecnologie, come le enzime therapies o ai cross-link breakers per le malattie cardiovascolari, per allungare la nostra vita e ci sono molti esperimenti per provare a invertire parzialmente il processo di invecchiamento. Per Verburgh è ancora troppo presto per dire che risultati avranno, ma secondo il medico olandese, l’unica cosa certa al momento è che gli unici comportamenti con effetti positivi sono mangiare cibo sano o non fumare: «Possono anche allungare la vita anche di vent’anni» ha detto. Perché rinunciare?

Testo a cura di Francesco Pacifico

​​​​A soli 31 anni è medico, ricercatore e autore specializzato in salute, invecchiamento e sul futuro della medicina e della biotecnologia. Come ricercatore presso l'Università Libera di Bruxelles, studia il modo in cui invecchiamo e su come queste intuizioni possono essere utilizzate per migliorare la durata dello stato di salute e di vita e portare a una migliore prevenzione e trattamento di varie malattie legate invecchiamento e l'obesità. Ha creato un nuovo campo scientifico, nutrigerontology, che studia come la nutrizione può accelerare o rallentare l'invecchiamento e influenzare il rischio di malattie dell'invecchiamento, come le malattie cardiache o la demenza senile. Verburgh ha scritto il suo primo libro di scienza quando aveva 16 anni. All'età di 25 anni, ne aveva scritti tre.