Bere acqua aiuta a vivere più a lungo?

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Bere acqua aiuta a vivere più a lungo?

Lo sapevate che una persona in buone condizioni di salute e con una dieta normale, può smaltire anche più di 10 litri di acqua al giorno? Quanto è il fabbisogno per stare bene. Changes ne ha parlato con Sergio Buja, medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Ospedale di Cona Ferrara.

L’acqua si sa che è un bene prezioso per la nostra vita. È il motore che fa funzionare i processi metabolici dell’organismo. Noi stessi siamo acqua perché rappresenta l’elemento principale che costituisce il nostro corpo e i tessuti a maggiore attività metabolica, che sono quindi quelli più ricchi di acqua. Basti sapere che il tessuto in cui l’acqua è più abbondante è proprio il nostro cervello (85%), seguito dal sangue (80%), dai muscoli (75%), dalla cute (70%), dal tessuto connettivo (60%) e dalle ossa (30%). In generale la percentuale di acqua presente in noi è veramente significativa e ammonta a circa il 50-60% del nostro peso corpore. Il bilancio idrico del nostro organismo dipende dal mantenimento dell’equilibrio tra il volume di acqua in entrata e quello in uscita.

Mantenere questo equilibrio è indispensabile. Ma poiché il nostro organismo, quando è in salute, funziona proprio come un meccanismo perfetto, perchè conta su meccanismi fisiologici che servono a mantenere l’equilibrio idro-salino non solo per conservare l’acqua, essenziale per la vita, ma anche per eliminare quella in eccesso, è altrettanto vero che il sodio è il principale elemento al di fuori delle cellule. In condizioni basali, il 60% circa della perdita giornaliera di acqua, avviene con l’urina. L’acqua permette di eliminare le scorie e i liquidi in eccesso e quando la perdita di acqua supera lo 0,5%, si attivano dei recettori specifici che fanno insorgere il bisogno di bere, che è uno stimolo che va bene sempre assecondare. L’Accademia Nazionale delle Scienze ha stabilito che l’adeguato apporto quotidiano di acqua è pari a 3,7 l per gli uomini e 2,7 l per le donne. Tuttavia il fabbisogno giornaliero di acqua varia da persona a persona e anche a seconda dell’età e di dove vive.

Il fabbisogno corretto

Se per esempio per una persona che sta molto seduta in ufficio o è molto sedentaria l’apporto di acqua può variare da 1,2 l fino a 2,5 l, il fabbisogno aumenta 3,2 l se svolge un’attività fisica moderata. E chi svolge molta attività fisica e vive al caldo deve anche idratarsi e bere anche 6 l di liquidi. Ma perché abbiamo sete e di quanta acqua abbiamo bisogno? A fornirici questa e altre risposte sul tema, è il dott. Sergio Buja, medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Ospedale di Cona Ferrara e che, grazie alla sua competenza multidisciplinare, ha maturato conoscenze approfondite su vari fronti perché la riabilitazione dei pazienti richiede spesso una visione olistica oltre che specifica. Ci informa che l’impulso che ci spinge a bere è regolato da una vera e propria area situata nell’ipotalamo (una struttura del sistema nervoso centrale, collocata tra i due emisferi cerebrali), chiamata centro della sete. Il centro della sete viene stimolato quando il volume e la pressione del sangue diminuiscono. La sete insorge sostanzialmente per due motivi: 1. la riduzione del volume di sangue, cioè della volemia; 2. un’eccessiva presenza di sale, come avviene quando mangiamo cibi troppo saporiti. «Il nostro apporto idrico giornaliero – spiega il dott. Buja – varia anche a seconda del nostro stato di salute. Per esempio ci sono alcune condizioni che in modo diretto o indiretto, possono compromettere la funzionalità del rene ovvero la sua capacità naturale di eliminare un certo carico di acqua e quindi è possibile ricevere indicazioni mediche di non superare gli 800 ml al giorno. Per altre situazioni, come ad esempio in caso di diarrea e influenza intestinale, è consigliato di bere acqua fino a 3-4 litri a piccoli sorsi per evitare nausea o rigurgiti».

L’iponatremia

Importante far sapere, evidenzia il dott. Buja, che «una persona in buone condizioni di salute e con una dieta normale, può smaltire anche più di 10 litri di acqua al giorno, ma in alcuni casi il corpo ha minori capacità di eliminare l’acqua in eccesso. Questa condizione può portare a ridotte concentrazioni sieriche di sodio, che viene a trovarsi maggiormente diluito nel sangue e si può arrivare anche alla condizione di iponatremia. Questo è il motivo per cui bere oltre i 3 litri al giorno di acqua può anche provocare effetti indesiderati e addirittura intossicazioni. L’iponatremia può anche essere causata da certe patologie oppure da certi farmaci come quelli usati per combattere l’ipertensione oppure gli antidepressivi. Sono farmaci che possono interferire con i meccanismi che controllano l’equilibrio idrico del corpo innescando reazioni che possono avere conseguenze severe per la nostra salute. L’iponatremia colpisce circa il 10-15% dei pazienti ricoverati in ospedale e, anche se i casi gravi sono rari, la terapia deve essere tempestiva, per evitare conseguenze anche a livello cerebrale. Ma la l’iponatremia può manifestarsi anche se la dieta è molto povera di soluti, come nelle persone indigenti (con una dieta sbilanciata), nelle persone con anoressia nervosa o nelle persone dedite al consumo di grandi quantità di birra (che è, appunto, un liquido molto povero di soluti)».

Quanta acqua a bimbi, anziani, donne, sportivi e lavoratori?

  • I bambini necessitano di bere molta acqua per aiutare lo sviluppo del oro organismo ma poiché ancora non conoscono completamente lo stimolo della sete, è bene controllarne quantità e frequenza.
  • Per le persone anziane lo stimolo naturale della sete diminuisce e quindi il rischio è la disidratazione soprattutto quando fa molto caldo. Le difficoltà della regolazione idrica negli anziani possono essere almeno in parte superate misurando la quota giornaliera di acqua introdotta. Un semplice calcolo per stimare la quantità di acqua da assumere negli anziani (espressa in ml): moltiplicare il peso corporeo per 30. Ad esempio: una persona di 70 kg è opportuno che assuma 2,1 l di acqua. Un altro modo per introdurre liquidi in estate è il consumo di frutta, in questo periodo dell’anno particolarmente abbondante.
  • Nella vita di una donna ci sono momenti in cui un adeguato apporto di calcio e magnesio può influire sul decorso dell’osteoporosi e anche l’acqua minerale, grazie al suo contenuto in sali minerali e in particolare di questo prezioso elemento, può rivelarsi un utile alleato contro questa patologia.
  • Per chi pratica sport è necessario allenare la termoregolazione ovvero la temperatura interna del corso gli oligoelementi dell’acqua minerale possono essere un utile aiuto in questo processo perché riescono a fornire nutrienti privi di calorie e reintegrare liquidi e sali persi con il sudore. Ovviamente la quantità di acqua che serve varia con lo sport che si pratica, con el condizioni climatiche e con la durata delle prestazioni. L’atleta o lo sportivo non devono però mai esagerare nell’assumere acqua perché per chi corre, per esempio, un eccesso di liquidi durante le attività fisiche, può essere dannoso.
  • Per chi lavora, l’acqua non solo migliora la concentrazione e l’attenzione ma anche promuove un adeguato metabolismo. L’ambiente in cui si lavora è determinante per il nostro fabbisogno idrico e si deve fare attenzione perché un posto di lavoro particolarmente caldo induce una perdita di liquidi attraverso la sudorazione e, se il tipo di lavoro svolto prevede mansioni fisiche, la perdita di liquidi può essere massiva

Storica, saggista e specialista in comunicazione ambientale. Parte sempre dalla catalogazione di fonti autorevoli per ottenere dati e informazioni attuali che poi rielabora per offrire contenuti divulgativi a prevalente valenza sociale e ambientale. Catalogare e selezionare per lei sono la premessa essenziale per il riconoscimento di un valore che è il fondamento della conoscenza. Ha competenza più che trentennale nella ideazione di progetti formativi, divulgazione e disseminazione di progetti scientifici. Conta su un ampio raggio di relazioni maturate in ambito scientifico, tecnico e istituzionale che avallano i suoi contenuti e forniscono spunti per ulteriori approfondimenti. Crede nell'importanza della conoscenza e nella condivisione di esperienze e saperi. Ama la montagna e passeggiare nei boschi.