Per chi suona la musica che nasce su Internet
Nell’estate di quest’anno si è toccato forse il punto di massima esposizione di una tendenza sonora nata originariamente nelle camerette di giovanissimi sperimentatori elettro
Gli italiani fino a 35 anni l’associano ai concetti di “unione”, “collaborazione” e “futuro”. Ma di fronte alle crisi internazionali si rifugiano nelle appartenenze locali. I risultati della ricerca Generationship 2024 di Unipol Changes realizzata da Kkienn su un campione di Millennials e Generazione Z.
In una fase di aggravamento della crisi nelle relazioni internazionali, l’idea di Europa ha recuperato parzialmente terreno, come unione (+7), collaborazione (+7) e futuro (+5).
All’opposto, i giovani italiani cercano rifugio all’aggravarsi dello scenario globale
nelle appartenenze locali: la propria città (+12), la propria regione (+9). È una tendenza circoscritta ai più giovani, i riferimenti identitari dei più maturi appaiono stabili. Le identità locali prevalgono su quelle sovranazionali in tutti i segmenti, uomini e donne, giovani ed adulti.
L’Europa resta invece un’identità debole per i giovani italiani: si sente europeo poco più della metà dei ragazzi (54%), e solo il 18% in modo convinto. Tutte le altre identità territoriali (italiano, mediterraneo, occidentale, cittadino del mondo, ecc.) hanno maggiore presa.
In un mondo diviso, un’Europa unita, collaborativa, che guarda al futuro è una necessità riconosciuta. Ma essere europei non scalda il cuore dei cittadini. È questo il grande problema del progetto europeo?