Il denaro? Siamo noi

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Il denaro? Siamo noi

La storia dell’umanità e del nostro rapporto con il valore nell’ultimo libro dell’economista David McWilliams che assomiglia a un trattato di antropologia.

C’è un osso inciso in un museo di Bruxelles, risalente a ventimila anni fa, che potrebbe contenere la prima “contabilità” della storia. Lo chiamiamo “osso di Ishango”, ma potremmo chiamarlo anche “prima blockchain preistorica”. È da qui che parte David McWilliams nel suo libro Money: A Story of Humanity, una cavalcata brillante, ironica e profonda attraverso l’evoluzione del denaro e del modo in cui gli esseri umani gli hanno dato forma. Perché il punto è proprio questo: il denaro non è qualcosa che abbiamo scoperto. È qualcosa che abbiamo inventato, che ci somiglia, e che cresce insieme a noi.

Non è (solo) economia, è antropologia

Dimenticate le monete d’oro, le banche centrali o il baratto. McWilliams smonta con eleganza il mito secondo cui il denaro sarebbe nato per semplificare gli scambi: «In realtà – scrive – non c’è mai stato un mondo dominato dal baratto». Gli esseri umani hanno sempre vissuto in società in cui la fiducia, il debito, la memoria collettiva e il riconoscimento sociale erano più importanti del prezzo. Il denaro, in questo senso, non nasce per comprare: nasce per ricordare. Ricordare chi deve cosa a chi, chi ha fatto un favore e chi deve restituirlo. È una tecnologia della relazione, prima ancora che una tecnologia di scambio.

E allora il denaro assume tutta un’altra luce. È più vicino al linguaggio, alla religione, al mito. È un’invenzione che ha permesso di allargare le comunità, gestire la complessità e far funzionare le società quando la semplice fiducia personale non bastava più.

Dal grano all’oro, dalle conchiglie al cloud

Il libro si legge come un documentario avvincente. Dalla Mesopotamia delle tavolette cuneiformi (dove il grano era più moneta dell’argento) al sistema bancario italiano del Medioevo; dalla carta moneta cinese all’ascesa del dollaro come valuta globale. Ogni passaggio della storia del denaro è raccontato con aneddoti gustosi e riflessioni acute, in uno stile che mescola rigore e intrattenimento. E non manca una riflessione potente sul ruolo delle donne nella storia economica: McWilliams dedica un intero capitolo a “Eve’s kitchen”, spiegando come la domesticazione del fuoco e la cucina siano state, forse, le prime vere “industrie” umane, ben prima della nascita del mercato. Dietro ogni innovazione monetaria – che sia il banchiere fiorentino o l’algoritmo che gestisce una criptovaluta – c’è sempre un’esigenza sociale, un bisogno umano.

La natura morale del denaro

Uno dei punti più sorprendenti del libro è la tesi secondo cui il denaro ha una natura morale. Non esiste denaro neutro, ci dice McWilliams: ogni sistema monetario riflette un certo ordine sociale. Il debito può essere uno strumento di libertà o di oppressione, a seconda di chi lo controlla. Il denaro può includere o escludere, creare reti o rompere legami. La storia della schiavitù, ad esempio, è anche una storia di denaro: gli esseri umani sono stati, per secoli, “moneta” con cui saldare debiti o accumulare ricchezza. E ancora oggi, avverte l’autore, dobbiamo chiederci quali disuguaglianze nasconda la nostra economia monetaria, e a chi conviene mantenerle così.

E il futuro? Cripto, Africa e creatività

Negli ultimi capitoli, McWilliams guarda al futuro. E lo fa con lo stesso spirito critico con cui ha osservato il passato. Le criptovalute non vengono presentate come una moda passeggera né come la salvezza del mondo: sono l’ultima evoluzione di una lunga tradizione di innovazione monetaria, un tentativo (spesso goffo, a volte geniale) di disintermediare la fiducia. Ma la vera rivoluzione, ci suggerisce, potrebbe arrivare non da Silicon Valley, ma dall’Africa. Il sistema M-Pesa in Kenya – che ha trasformato i cellulari in conti bancari e il credito telefonico in moneta – è una prova tangibile che il denaro si adatta, muta, evolve. Non è mai “finito”. È una creatura sociale che cambia forma quando cambiano le condizioni.

Un libro per capire il presente

Money: A Story of Humanity è un saggio che ci riguarda tutti. Non solo perché usiamo il denaro ogni giorno, ma perché il denaro racconta chi siamo. Racconta i nostri sogni, le nostre paure, le nostre ingiustizie e le nostre speranze. In un mondo dove la finanza sembra lontana e astratta, McWilliams ci ricorda che tutto – dalle tasse agli NFT, dai mutui agli acquisti online – nasce da una domanda semplicissima: come possiamo convivere e darci fiducia a vicenda? Leggerlo è come entrare in una conversazione viva, divertente e profonda su ciò che tiene insieme le nostre società. E quando si chiude l’ultima pagina, la sensazione è una sola: il denaro non è altro che un’idea. Ma, come tutte le idee potenti, ha cambiato il mondo. E continua a farlo.

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​Laurea e PhD in Economia, si occupa di economia sperimentale, di qualità della vita e felicità. Collabora con diverse testate di divulgazione scientifica come lavoce.info, Gli Stati Generali, Infodatablog, Il Sole 24 Ore e ha una passione per la comunicazione scientifica in ambito economico. Responsabile scientifico del progetto AppyMeteo insieme ad Andrea Biancini, insegna economia sperimentale alla Scuola Enrico Mattei e collabora con diverse università. È​ iProf di Economia della felicità su Oilproject.​