Economia circolare: dove nulla è rifiuto

Society 3.0


Economia circolare: dove nulla è rifiuto

Dagli acquisti solidali fino al baratto, i nuovi modelli di economia dal basso non sono un fatto puramente finanziario. Perché hanno cambiato per sempre l’incontro tra soggetti e le relazioni con l'altro per eccellenza: l'estraneo.

Economia circolare: dagli acquisti solidali fino al baratto, i nuovi modelli di economia dal basso non sono un fatto puramente finanziario. Perché hanno cambiato per sempre l’incontro tra soggetti e le relazioni con l’altro per eccellenza: l’estraneo.

Suona un po’ troppo semplicistico affermare che in ogni grande crisi c’è una grande opportunità; ma vero è che questo Occidente, per tornare a funzionare sulla scia della più lunga recessione economica della modernità, qualche carta a sorpresa l’ha saputa tirare fuori. Il movimento dei Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.) rappresenta ormai un fenomeno radicato. I G.A.S. sono unioni di persone che acquistano dai produttori locali, soprattutto agricoli, allo scopo di premiare le filiere corte del mercato, quelle che garantiscono il minimo spostamento (e quindi il minimo inquinamento) dal produttore al consumatore. Va da sé che una tale pratica da un lato garantisce prodotti di qualità; dall’altro disegna le coordinate di un’economia dal basso, priva di sprechi e fortemente legata al territorio, che ha trovato nella rete il fattore coagulante.​

Per avere un’idea della forza del movimento basta dare un’occhiata a i Gruppi di Acquisto Solidale sono presenti in quasi tutto il territorio italiano​, con una preponderanza nelle regioni del Nord e una buona presenza in Sicilia.
E solo in queste ultime settimane, eventi di interesse per la filosofia dei G.A.S. in senso lato ​​sono segnalati a RomaLecceMarsico Vetere (PZ) Mondovì (CN) e Como.

L’altro fenomeno significativo degli ultimi anni nell’ambito di economia circolare, è il commercio di beni usati (dalle biciclette per bambini agli sci, ai vasi cinesi da collezione) promosso tra privati in ormai innumerevoli siti internet. Da qui al baratto il passo è breve. Movimenti come quello delle banche del tempo​ in cui i cittadini si scambiano gratuitamente competenze e servizi sembrano un po’ meno presenti sui mass media rispetto a qualche anno fa, ma persino lo scambio di beni/servizi a costo zero tra aziende è ormai una realtà di cui tenere conto. Secondo Barter News Weekly​ il 30% delle aziende americane di piccole dimensioni utilizza una qualche forma di baratto.

​Business a parte, i nuovi modelli di economia dal basso proposti dalla rete sono interessanti ben oltre il piano prettamente finanziario. Infatti presuppongono l’incontro tra soggetti in possesso di un’identità abbastanza forte da accettare la relazione con l’altro per eccellenza: l’estraneo. Si tratta di gente che si incontra fuori dai consueti ambiti istituzionali e che accetta di mettersi in gioco, anche nel breve momento legato all’acquisto di un prodotto, di fidarsi. Una cosa niente affatto scontata in un mondo continuamente bombardato dalla paura dell’altro diffusa dagli organi d’informazione, spesso per tristi obiettivi di audience.

Eppure queste persone aperte a modelli di relazione meno convenzionali sono i nostri amici e parenti, i nostri vicini di casa, il dirimpettaio di scrivania, il collega che lavora con noi tutti i giorni. La società frammentata di oggi, scossa da una crisi economica della quale non si vede la fine (nel 2024, secondo le previsioni diffuse a inizio 2017 dalla CGIA di Mestre, tradizionale punto di riferimento per i dati sull’economia italiana), ha probabilmente spinto tutte queste persone a costruirsi una nuova consapevolezza di sé, di com’è il mondo, di come si sta al mondo.

Non a caso è proprio la consapevolezza la parola-chiave di fenomeni che negli ultimi anni in Italia hanno registrato una vera e propria esplosione. Provate ad aguzzare la vista e vedere quanti volantini di scuole di Yoga ci sono in giro! Un successo quantificato anche dai numeri segnalati qualche mese fa dal quotidiano La Repubblica​. Si calcola che i praticanti Yoga in Italia siano circa due milioni, praticamente il doppio di quanti fossero nel 2011.

In questa disciplina nata in India migliaia di anni fa, capace di occuparsi della persona nella sua totalità corpo/mente/trascendenza, il perno di tutto è proprio la consapevolezza, il talento di calarsi nel momento per vivere il momento. La lezione è per tutti quella di imparare a trarre il meglio dalle proprie esperienze.

Un successo simile, anche se ancora non esistono dati precisi, pare sia toccato negli ultimi due o tre anni alla Mindfulness​, una tecnica di introspezione/rilassamento che arriva dall’America e ha preso molto, verrebbe quasi da dire troppo, dagli aspetti più puramente mentali dello Yoga. Anche qui il focus è sul riportare se stessi al centro delle proprie attenzioni. L’obiettivo è sempre trovare una nuova consapevolezza per costruire un nuovo sé. Più radicato e forte, più disponibile al contatto con gli altri. In definitiva, più adatto alle nuove relazioni diffuse ai tempi della rete. Bisogna lavorare con serietà sull’economia circolare.

​Silvio Bernelli, scrittore, insegnante di yoga. Ha pubblicato i romanzi I ragazzi del Mucchio (2003) (2009) per Sironi Editore, Dopo il lampo bianco (2012) per Agenzia X, il reportage su Torino in Periferie, Laterza (2006) e racconti su diverse antologie. Ha collaborato con molte testate giornalistiche tra le quali ilfattoquotidiano.it, L’Unità, Il Mucchio.​