Come creare un business green di famiglia

Society 3.0


Come creare un business green di famiglia

Una casa editrice, uno dei primi e-commerce d’Italia dedicati ai prodotti naturali, un agriturismo che è un laboratorio di stile di vita green. La storia dei Rosso che da 20 anni fanno della passione e del rispetto della natura il proprio successo imprenditoriale.

Ci sono persone che – per capacità, fortuna, intuizione o cultura familiare – si trovano ad essere in anticipo sui tempi. Quando quell’anticipo è relativamente contenuto, può germogliare in idea imprenditoriale ed esempio per gli altri. Si potrebbe riassumere così la storia di Francesco Rosso e della sua famiglia. Precursori del mondo della macrobiotica nei primi anni Ottanta, la loro è una scelta di vita che, nel 1987, si traduce nel lancio di una casa editrice Macro Edizioni, la prima in Italia a proporre testi sulla macrobiotica, l’ecologia e il benessere di corpo e mente, e nella creazione di Macrolibrarsi, uno dei primi siti e-commerce dedicati a questi temi. Quest’anno il sito ha compiuto 20 anni, e nove ne festeggia il festival omonimo, il più grande evento in Italia dedicato al cambiamento.

L’ultima avventura della famiglia Rosso è la Fattoria dell’Autosufficienza, a Bagno di Romagna. Un luogo immerso nelle foreste casentinesi che è molto più di un agriturismo, e negli anni è diventato un laboratorio di permacultura, eco-architettura, un centro di formazione e avvicinamento al biologico, alla medicina naturale, alle pratiche di autoproduzione alimentare e no, ai minicorsi di sopravvivenza ai retreat detox. Un luogo capace di catalizzare l’attenzione – italiana ed europea – su uno stile di vita guardato sempre meno con sospetto e sempre più con desiderio; un modello, che, con scale diverse, oggi appare replicabile a molte persone e interessante anche lato business.

«Il tutto nasce quando i miei genitori fanno un importante cambio di vita che li avvicina alla macrobiotica, e si trovarono a gestire insieme ad altre persone uno dei primi centri di macrobiotica in Italia, il centro Est Ovest di Firenze», racconta Francesco Rosso, amministratore delegato di Macrolibrarsi e fondatore e anima della Fattoria dell’Autosufficienza.

Così nasce la casa editrice, con lo scopo di diffondere pubblicazioni in italiano di questa filosofia di vita che arrivava dal Giappone e si era molto diffusa negli Stati Uniti e in Nord Europa. «Poi si aggiungono i libri sulla permacoltura (la tecnica usata nella fattoria dell’autosufficienza), sul biologico, sulle tecnologie appropriate – ovvero come risposta ai bisogni umani -, sull’utilizzo di rinnovabili. Lì è stato messo il seme per tutto ciò che è venuto dopo». 

Rosso spiega che l’evoluzione dell’azienda è sempre andata di pari passo con i valori della famiglia e appena un passo avanti all’evoluzione della percezione comune. Quella capacità di saper cogliere i sentori di un cambiamento porta Macrolibrarsi a cogliere il volano dell’e-commerce nel momento in cui questo inizia a svilupparsi: «Il mercato era florido per chi entrava in quel momento, in più, i temi che trattavamo da 20 anni iniziavano a diventare più noti e interessanti per un numero crescente di persone».

Nel 2008, la madre di Rosso – che già gli aveva affidato l’azienda a soli 21 anni – imprime un’altra forte direzione al business. «Mi ha aperto gli occhi su una situazione oggi ancora più chiara rispetto ad allora, sulla completa dipendenza che abbiamo da un piccolo gruppo di multinazionali: per il cibo, l’energia, le risorse. Che si tratti di un sistema molto vulnerabile lo abbiamo visto in questi anni, fra crisi ambientali, alimentari, energetiche, belliche, sociali. Così mia madre mi ha spinto a iniziare a pensare a una sorta di arca di Noè per la nostra famiglia: non per uscire dal sistema, ma a essere pronti agli scossoni, e per continuare a mettere in pratica i cardini di ecologia, autosufficienza alimentare, energetica che ci guidavano da decenni».

Un nuovo modo di fare agricoltura

In 14 anni, un’azienda agricola abbandonata da oltre 50 anni, con 70 ettari di terra e bosco e qualche edificio in rovina diventano quello che è oggi la Fattoria dell’Autosufficienza. «Nei primi cinque anni abbiamo lavorato veramente poco al progetto, sia per problemi di tempo sia di fondi. Inizialmente, pensavo che avremmo avuto accesso con facilità a dei finanziamenti europei, avendo fatto un investimento importante in una zona svantaggiata. Ma ci è stato negato, perché i terreni erano stati considerati così improduttivi che, secondo le valutazioni fatte, sarebbe stato impossibile trarre un guadagno economico». Si procede, con fatica, fino al 2017-2018, quando il progetto sboccia davvero. Nel frattempo, arrivano i finanziamenti europei, che hanno permesso di anticipare la realizzazione di due strutture portanti della Fattoria: la sala ottagonale polifunzionale pensata per attività di yoga ed eventi, e la struttura terrazzata che ospita l’agri-campeggio, con tutti i servizi dedicati.
«Alla fine, è successo quello che periodicamente è accaduto nella mia famiglia, abbiamo solo anticipato un po’ i tempi: quello che stiamo facendo oggi è estremamente ispirante per tante persone, e questa è l’energia che ha permesso di crescere, di investire sul miglioramento dei terreni, di costruire i terrazzamenti, il lago, di avere 12 persone che lavorano regolarmente con noi e almeno 4/5 volontari». Gli arrivi che raddoppiano anno su anno danno lo slancio per parlare dei prossimi sviluppi della Fattoria. L’idea è quella di completare entro il 2028 il masterplan approvato nel 2016, che prevede l’intera ristrutturazione degli edifici preesistenti. «Avremo una grande struttura di 2.700 metri quadri che prende spunto dalle earthship americane: il tetto sarà completamente verde e si immergerà nella montagna: ospiterà laboratori, un negozio per la vendita dei prodotti aziendali; una biblioteca con uno spazio di formazione per i ragazzi; un grande ambiente dedicato alla salute, una sorta di spa, a modo nostro; una zona dedicata allo showcooking».

Qualche consiglio per chi vorrebbe lanciarsi in un’avventura simile?

Rosso spiega che è fondamentale prendersi il tempo di fare esperienza in aziende, attività agricole e agrituristiche che già stanno mettendo in pratica quello che si vorrebbe realizzare. «Per questo esistono il circuito del wwoofing, la piattaforma workaway, le reti di ecovillaggi e di permacultura, italiane e no. Cercare di cogliere il più possibile, farsi raccontare gli errori che sono stati fatti (io ne ho fatti tanti!). Mi è capitato che ragazzi molto giovani venuti da noi con l’idea di dar vita a un’attività agricola abbiano poi cambiato scala, focus o addirittura idea, dopo essersi resi conto di quante energie siano necessarie».
Il secondo consiglio è un invito a credere nella propria visione. «Progettate con un masterplan che va molto avanti nel futuro, il nostro va avanti fino al 2050. È vero che molte cose non sono prevedibili, ma nella mia esperienza, tutte le volte che avevo molto chiaro, magari anche su mappa, quel che avrei voluto realizzare, sono sempre riuscito a farlo».

Giornalista, coordina i contenuti editoriali di How to Spend it, il mensile di lusso e lifestyle del Sole24Ore, edizione italiana del magazine del Financial Times. Scrive di sostenibilità e tecnologia, seguendo le loro ramificazioni nel design, nel food, nell'architettura, nella moda. Ha collaborato con le pagine di cultura e spettacolo de Il Giornale, il magazine della Treccani, Wired Italia, Linkiesta, EconomyUp, Polihub, l'incubatore di startup del Politecnico di Milano. È stata assistente di ricerca all'università IULM per il corso di Comunicazione Multimediale.