Rilettura del progresso: Metaverso e sostenibilità

Un tempo, il progresso era avvertito come un avanzamento in senso verticale verso il perfezionamento, verso stadi superiori di un’evoluzione tesa alla graduale trasformazione mig
Il processo di digitalizzazione delle città si concentra in energia e trasporti. Ma senza un buon sistema sanitario integrato e alti livelli di formazione, la magia non si compie.
Il processo di digitalizzazione delle città smart si concentra in energia e trasporti. Ma senza un buon sistema sanitario integrato e alti livelli di formazione, la magia non si compie.
Immaginate una città con Wi-Fi gratuito in tutte le aree pubbliche. Una città dove i bambini imparano a programmare App sin dalle scuole elementari. Un luogo in cui è disponibile l’illuminazione on demand e sono persino presenti sensori che ti dicono dove c’è disponibilità di parcheggio. Una città che ti ricorda quando buttare via la spazzatura. Una città in cui è possibile accedere a un’infinita quantità di informazioni e che utilizza algoritmi innovativi per coordinare la capacità ospedaliera e di vaccinazione di tutte le strutture disponibili. Un sogno? In effetti sì. Almeno per ora. Perché se è vero che diverse città del mondo hanno già cominciato a progettare molti di questi servizi, è altrettanto vero che non ne esiste nemmeno una in grado di fornirli tutti insieme e in modo integrato. E nella stragrande maggioranza dei casi non vi è neppure un piano per farlo nel futuro prossimo. Perché la trasformazione di una città in una smart city richiede un processo di cambiamento complesso che necessita di 4 fattori chiave:
Andando maggiormente nel dettaglio, è abbastanza evidente come le principali strategie riguardanti le città smart siano spesso focalizzate su determinati settori. Come confermato da un recente studio Roland Berger basato sull’analisi delle iniziative messa a segno in ambito smart city in 87 città a livello mondo, queste mancano di un sistema completo, e tendono a focalizzarsi su settori tradizionali come quello dei trasporti, quello energetico e sul government. Prestando minore (se non nulla) attenzione in ambito salute, health ed education intesa come istruzione e formazione.
Digitalizzare il sistema dei trasporti, l’approvvigionamento energetico e l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione è, certamente, un ottimo punto di partenza sulla strada per la costruzione di una smart city. A patto però che non si perda di vista la strategia complessiva. Concentrarsi troppo su alcuni settori, tralasciandone altri che possono essere ugualmente o in alcuni casi ancora più rilevanti, può produrre un risultato non equilibrato. I centri urbani devono sviluppare un sistema interconnesso e integrato, unendo aree diverse che appaiono tradizionalmente distanti tra loro: energia, trasporti, governo, sanità, educazione e così via, per implementare un sistema complesso che includa tutte le diverse necessità della vita dei singoli.
Se è vero che la reason why dello sviluppo di una smart city è in ultima istanza quella di generare benefici per i cittadini, le iniziative di health ed education non possono rimanere in secondo piano. Diversi sono gli esempi: in ambito health, servizi come telemedicina, integrated health information systems, tecnologie innovative di assistenza agli anziani, con l’obiettivo di riuscire a sfruttare le nuove tecnologie per fornire un servizio avanzato e vicino al cliente; in ambito education, la creazione di piattaforme per l’apprendimento di competenze digitali, con l’obiettivo di creare un sistema che faciliti e incentivi ricerca e apprendimento, al fine di preparare i cittadini a un mondo sempre più digitale.
Secondo l’analisi Roland Berger, Singapore e Chicago risultano essere tra i maggiori investitori in ambito rispettivamente health ed education. Singapore, in particolare, si distingue per l’attenzione in ambito health, anche attraverso la collaborazione tra il Governo e il National Healthcare Group. HealtHub, prima piattaforma digitale lanciata nel 2016 per informazioni e servizi sanitari a Singapore, rappresenta infatti uno dei principali successi in questo ambito su scala globale perché consente ai pazienti di accedere alle proprie cartelle sanitarie e prendere appuntamenti con grande rapidità.
A partire dal suo lancio, più di 55.000 cittadini hanno scaricato l’app che va ad aggiungersi ad altri servizi offerti o in via di sviluppo: dai sistemi innovativi per la gestione delle pratiche amministrative dei pazienti (Closed Loop Medication Management System), alla messa in rete di device e wearable per la raccolta e analisi di informazioni (Medical Device Integration), fino all’assistenza remota in fase di consultazione medica e riabilitazione (Smart Health Video Consultation).
Chicago, d’altro canto, guida la classifica delle iniziative nella Smart Education, con oltre 20 iniziative raggruppate in 5 macro aree e perseguite attraverso partnership tra la città e i principali protagonisti locali sul piano della cultura e della formazione: Chicago Public Schools (CPS), City Colleges of Chicago (CCC) e Chicago Public Library (CPL). Connect Chicago è una delle iniziative più rappresentative, e prevede la predisposizione di un network di oltre 250 laboratori di computer con accesso gratuito a Internet e a corsi dedicati per rafforzare le competenze digitali degli utenti. Le CPS stanno introducendo su larga scala i Geek Club, per esporre gli studenti alle ultime tecnologie e favorire il contatto con i protagonisti dell’innovazione, e i Chicago Summer of Learning, che coinvolgeranno oltre 60.000 bambini in varie attività volte allo sviluppo di competenze digitali. I risultati si iniziano a vedere in tutta Chicago. Anche in uno dei quartieri più malfamati come quello di Englewood, dove tre studenti di sedici anni, completato il programma IT Connect – First Stop Chicago, sono riusciti a lanciare la loro start up, “VIP Production”, grazie all’aiuto di The Englewood Accelerator fondato dal GECDC. A buon intenditor.