Energie alternative: chi vince la gara in Europa

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Energie alternative: chi vince la gara in Europa

La transizione energetica vede Spagna e Francia e in parte l’Italia favorite nella corsa al fotovoltaico. L’idrogeno verde è la nuova frontiera.

​​​​Il fotovoltaico punta a fare il botto anche in Europa a livello di singole installazioni, portando la Francia nel Club del Giga-watt, che comprende i Paesi dotati di impianti solari di enormi dimensioni, con almeno 1 gigawatt di potenza complessiva in un solo sito, come l’India, l’Egitto o il Qatar. Il botto delle energie alternative arriverà con il progetto Horizeo di Engie e Neoen: una mega installazione multi-tecnologica da realizzare nel comune di Saucats, nel dipartimento della Gironda (Nouvelle Aquitaine). Si parla di numeri mai visti nel vecchio continente riguardo le energie alternative: un parco fotovoltaico da 1 gigawatt abbinato a batterie per l’accumulo energetico e a un elettrolizzatore per produrre idrogeno verde, per un investimento complessivo di 1 miliardo di euro. La “piattaforma energetica a basse emissioni di carbonio” – questa la definizione di Horizeo data dai suoi promotori – si completerà con un centro elaborazione dati e con un’installazione di fotovoltaico agricolo. L’energia elettrica verde generata dal parco sarà utilizzata per la produzione di idrogeno e per alimentare il datacenter. Quel che resta sarà venduto sul mercato con contratti di fornitura e quindi senza ricorso agli incentivi pubblici.

 Al momento, in Europa, gli impianti fotovoltaici più grandi sono quelli spagnoli. Iberdrola un anno fa ha terminato l’installazione Núñez de Balboa da 500 megawatt – il parco fotovoltaico più grande in Europa al momento – e sta costruendo il parco Francisco Pizarro da 590 megawatt. Man mano che gli incentivi per l’energia solare diminuiscono, però, le dimensioni dei progetti delle energie alternative aumentano anche altrove. Il progetto Cestas da 300 megawatt di Neoen, sempre in Francia, è stato completato nel 2016, quasi triplicando le dimensioni del più grande impianto solare del Paese all’epoca. Il più grande progetto solare della Germania, al momento, è invece di soli 190 megawatt. Il Regno Unito non ha mai superato i 100 megawatt per un progetto solare autonomo. Tre sono in attesa di realizzazione, tutti da localizzare insieme all’accumulo di energia. Il più grande, guidato da Edf, punta a una capacità massima di 500 megawatt. Il più grande parco fotovoltaico italiano è quello pugliese di Troia, con 103 megawatt installati l’anno scorso dalla società danese European Energy.

L’inserimento dello storage accanto al fotovoltaico esemplifica un’altra tendenza in crescita per i progetti europei di energie alternative, anche se il colosso francese Neoen è molto attivo soprattutto in Australia. Con Tesla, Neoen ha sviluppato nel 2017 in Australia la batteria al litio più grande del mondo, al servizio del parco eolico di Hornsdale, potenziata nel 2019 fino a 150 megawatt di potenza. Poi lo scorso novembre la stessa coppia Neoen-Tesla ha presentato il progetto australiano della Victorian Big Battery, una super-installazione di batterie da 300 megawatt e 450 megawattora. Ora Neoen punta a costruire la Great Western Battery, un complesso di batterie da 500 megawatt e 1.000 megawattora nel New South Wales, la cui entrata in esercizio è prevista per il 2023.​

Spazio all’idrogeno verde

L’abbinamento con un elettrolizzatore per la produzione di idrogeno verde è una caratteristica altrettanto importante di Horizeo. Diversi governi europei si stanno contendendo la leadership nell’emergente economia dell’idrogeno. La Germania è già in testa con obiettivi domestici aggressivi e l’utility Rwe che sta sviluppando decine di progetti. Il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno grandi infrastrutture petrolifere e le major Bp e Shell su cui appoggirsi, oltre a importanti risorse eoliche offshore da sviluppare. Le grandi industrie chimiche e le raffinerie del Belgio si sono unite alla competizione, ma anche la Francia è fortemente impegnata nell’idrogeno verde.

Il governo Macron ha da poco lanciato il suo Consiglio nazionale sull’idrogeno, a cui collaborano ben quattro ministri, con responsabilità sulle finanze, l’ambiente, l’industria e l’innovazione. A loro si sono uniti i vertici dell’industria francese, tra cui Edf, Total, Airbus, Air Liquide e Alstom. La strategia nazionale sull’idrogeno della Francia prevede di investire 2 miliardi entro il 2022 e 7 miliardi entro il 2030, quando prevede di avere una capacità di elettrolizzazione da 6,5 gigawatt. Engie, in particolare, ha appena firmato con Total un accordo per sviluppare e gestire quello che sarà il più grande impianto di idrogeno verde della Francia, con un elettrolizzatore da 40 megawatt che dovrebbe produrre fino a 15 tonnellate di idrogeno verde al giorno. Situato in una bioraffineria Total nella regione meridionale della Provenza-Alpi-Costa Azzurra e alimentato da oltre 100 megawatt solari, il progetto, soprannominato Masshylia, ha già richiesto finanziamenti alle autorità francesi ed europee, con l’obiettivo di iniziare la costruzione nel 2022 e di avviare la produzione di idrogeno verde nel 2024.

La comunità al centro per le energie alternative

La Francia, come gli altri Paesi europei, è nel bel mezzo della transizione verso le energie alterative e ha appena aumentato il suo obiettivo di installazioni, puntando a 44 gigawatt entro il 2028. Saucats fa parte della regione francese della Nouvelle-Aquitaine, che ha un obiettivo di capacità solare per il 2030 di 8,5 gigawatt, ma solo 2 gigawatt installati. Questo progetto, quindi, l’aiuterà in modo significativo a raggiungere il suo obiettivo per il 2030, coprendo da solo il 15% delle installazioni previste. È interessante notare che, cercando di avviare un approccio aperto e incentrato sulla comunità, i partner chiave – Engie, Neoen, l’operatore di rete Rte e il Comune di Saucats – abbiano presentato prima di tutto il progetto alla Commissione nazionale per il dibattito pubblico (Cndp), che ha deciso di indire un dibattito pubblico con i membri della comunità per farli “​partecipare allo sviluppo” del mega-parco. Questo tipo di coinvolgimento fin dalle prime fasi è molto raro, anche se ha dimostrato di aumentare il consenso delle comunitù locali e di ridurre le probabilità che un grande progetto venga ostacolato da proteste di tipo Nimby. La Nouvelle-Aquitaine ha il maggior numero di posti di lavoro nel turismo​ rispetto alle altre regioni della Francia, grazie a una grande presenza di località storiche, da Poitiers a Limoges, passando per Cognac, e si parla già di far entrare Horizeo a far parte dei tour per i turisti della regione. «Siamo impegnati a realizzare un progetto esemplare nel suo approccio ambientale e sociale. Il prossimo dibattito pubblico ci consentirà di arricchire e nutrire tutte le componenti del progetto», ha dichiarato​ Gwénaëlle Avice-Huetvicepresidente di Engie e responsabile delle energie rinnovabili.​

​Giornalista, scrive di temi economici, d'innovazione tecnologica, energia e ambiente per diverse testate, fra cui il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore e il Quotidiano Nazionale. Invidia i colleghi che riescono a star dietro a Twitter.