La fiducia nel futuro influenzata da lavoro ed economia

Close to you


La fiducia nel futuro influenzata da lavoro ed economia

Dopo il pessimismo registrato nel 2022, il 2023 è per i giovani intervistati dall’Osservatorio GenerationShip realizzato da Gruppo Unipol in collaborazione con Kienn un anno di relativa quiete anche se non mancano le preoccupazioni.

L’indagine 2022 sulla fiducia nel futuro dei giovani aveva mostrato uno scenario improntato al pessimismo collettivo e ad un cauto ottimismo a livello personale, in particolare:

  • l’età dell’oro del nostro Paese era alle nostre spalle, ormai anche decisamente lontana
  • nel corso del tempo erano peggiorate in particolare le cose più importanti della vita: il lavoro, l’ottimismo, la pace, la fiducia negli altri, i valori, il rispetto, la felicità
  • l’oggi era peggiore del passato recente, ma in futuro le cose sarebbero andate ancora peggio
  • le preoccupazioni maggiori riguardavano la crisi economica, il lavoro, l’impoverimento, mentre i grandi rischi globali erano sullo sfondo (guerre, pandemie, recessione globale, ecc.)
  • una catastrofe climatica era, in futuro, un’eventualità abbastanza probabile
  • preoccupavano molto le sorti del mondo e dell’Italia, ma, sorprendentemente, i giovani pensavano di farcela a livello personale

Nel 2023 il quadro è mutato secondo i dati dell’Osservatorio Generation Ship 2023.

2023: un anno in cui si è potuto rifiatare

Dopo una serie di anni difficili a causa del susseguirsi di crisi internazionali sempre più drammatiche e sistemiche, il 2023 si profila per l’opinione pubblica italiana, come un anno di relativa quiete.

Sul fronte internazionale si sono stemperate, e in qualche caso risolte, le crisi che hanno sconvolto gli equilibri mondiali nell’ultimo triennio: il Covid è regredito a normale influenza, la temuta recessione non è scoppiata, la crisi delle materie prime sta rientrando, così come anche l’inflazione, la guerra fra Ucraina e Russia è continuata ma senza contagiare altri Paesi.

Sul fronte interno si sono prima consolidati alcuni segnali positivi (crescita del PIL, prosecuzione del trend positivo dell’occupazione) ma in seguito la situazione si è deteriorata, in ragione della perdita di slancio dell’economia e del persistere di un’inflazione elevata, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie e indotto un calo dei consumi. Sul piano politico-istituzionale, lo scenario si è normalizzato, pur conservando elementi di instabilità, a causa della fragilità della situazione finanziaria del Paese, esposta all’aumento dei tassi.

Nel complesso, questo insieme di fattori ha consentito ai giovani di ritrovare un po’ di fiducia nel futuro dell’Italia e del mondo, mentre è rimasta immutata la fiducia rispetto alla propria situazione personale. Per gli adulti, il miglioramento del sentiment verso il Paese e il mondo si è accompagnato ad un forte aumento della fiducia personale, fino quasi a raggiungere quella dei giovani. Nessun riflesso sul sentiment dall’aumento della preoccupazione per una futura crisi climatica, che ha interessato gli adulti.

È ormai accertato che il sentiment degli italiani dipenda in modo quasi deterministico dall’andamento dell’economia e dell’occupazione.

Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.