La difficoltà di essere Millennials

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La difficoltà di essere Millennials

Secondo i dati dell’Osservatorio GenerationShip realizzato da Gruppo Unipol in collaborazione con Kienn, sono proprio gli italiani fra i 27 e i 43 anni a vivere una situazione dominata da incertezza, ansia, percezione di mancanza di controllo sulla vita e, a volte, depressione.

Lo stato psicologico delle generazioni descrive una curva ad U. Secondo i dati dell’Osservatorio Generation Ship 2023, la quota di persone che sta bene psicologicamente è del 53% nella Gen Z, per poi calare al 50% fra i Millennials, e tornare a cresce con l’avanzare dell’età: 58% nella Gen X e addirittura 74% fra i baby Boomers. Il trend della sofferenza è simmetrico e altrettanto significativo: 27%, 31%, 27% 13%.

È un andamento controintuitivo rispetto al senso comune, che associa la felicità alla giovinezza e gli stati d’animo più negativi all’età anziana. Le osservazioni dei filosofi (Hegel) e, soprattutto, gli studi statistici sulla felicità dimostrano invece il contrario.

Mentre, tuttavia, il punto basso della curva si colloca solitamente fra i 40 e i 50 anni – quando le persone vanno in crisi per i tanti impegni, la routine di coppia, la fatica dei figli, i primi segni dell’età – oggi da noi è anticipato verso i 30 anni.

Sono i Millennials il segmento più in difficoltà. Incertezza, ansia, preoccupazione, insicurezza, percezione di mancanza di controllo sulla vita, a volte depressione: sono queste i disturbi che colpiscono i giovani italiani. Come non associare questi disturbi ad una vita senza certezza lavorative e reddituali e conseguentemente la difficoltà a prendere una direzione nella vita?

Molti cercano rifugio sul lettino dello psicanalista, soprattutto giovanissimi: la quota di Gen Zers junior, i ragazzi fra 16 e 22 anni, che si rivolge attualmente in terapia è pari al 16%, circa il doppio dei Millennials (9%) e della Gen X (8%). Se però prendiamo per buona la distribuzione del disagio

2023: una situazione stabile

Nel 2023 non si è verificato nessun cambiamento significativo nel benessere psicologico dei giovani: la quota di giovani che dichiara di stare bene psicologicamente è scesa ma in modo non significativo (53% a 52%). Si è ampliato invece il gap con gli adulti, che sono migliorati: da 61% a 66%. L’Italia continua a non essere un paese per giovani. Pur restando su livelli molto bassi, è aumentata leggermente la fiducia interpersonale (da 22% a 26%), indice di una situazione sociale in via di miglioramento.

Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.