Com’è cambiato l’amore ai tempi del web

Close to you


Com’è cambiato l’amore ai tempi del web

Il digitale rappresenta il laboratorio di una vera e propria rivoluzione nelle relazioni: aumenta le opportunità di incontro e libera le donne dai condizionamenti che le penalizzavano nel mondo fisico. Ma secondo i dati L’Osservatorio GenerationShip realizzato da Gruppo Unipol in collaborazione con Kienn non è tutto oro quello che luccica.

Internet è nata per consentire agli umani di estendere la loro rete di relazioni. Non possiamo quindi stupirci del fatto che il digitale sia il laboratorio di una vera e propria rivoluzione nelle relazioni. Secondo i dati dell’Osservatorio Generation Ship 2023, fra i giovani, ma non solo, è in atto una vera e propria metamorfosi delle relazioni sentimentali: la parola d’ordine è libertà. Grazie alla rete, è aumentata per tutti l’opportunità di fare esperienze sentimentali, o anche solo sessuali. È una vera rivoluzione nella ricerca dell’amore e della felicità, che è sempre stata limitata dalla povertà delle reti personali.

I social hanno aperto le porte a comportamenti e pratiche che nel mondo fisico non avevano avuto spazio:

  • “Parliamo più liberamente di sessualità” (67% di accordo)
  • “Sono aumentate le relazioni occasionali” (65%)
  • È aumentata la libertà, è accettata una gamma più ampia di preferenze” (64%)
  • “I social e le app hanno facilitato l’incontrarsi e il connettersi” (59%)

Tanta ricchezza di occasioni ha fatto aumentare le aspettative dei giovani e cambiato il modo di relazionarsi, aumentando la selettività:

  • “siamo diventati più esigenti: conosci una persona, non ti piace, passi alla prossima”
  • “grazie ai social c’è più possibilità di scelta del partner e questo ci ha resi più esigenti” (56%)

La riservatezza delle relazioni che nascono online libera anche le donne dai condizionamenti che le penalizzavano nel mondo fisico. Esse hanno potuto accedere ad una libertà prima consentita solo agli uomini.

  • “Molte donne adottano un comportamento sessuale più libero” (66%)

Ma non tutto è oro quel che luccica. Le app non aprono le porte al paradiso dell’amore e della felicità. Non per tutti, quanto meno.

Anzitutto solo una minoranza ritiene che “le app consentono a chiunque di trovare partner e ottenere quel che desidera” (40%, non pochi per la verità). Gli standard di perfezione estetica richiesti sulle app non sono accessibili a chiunque. E d’altronde abbiamo visto come l’abbondanza di opportunità fa lievitare le aspettative. La selezione del partner più darwiniana aumenta l’infelicità? O invece la facilitazione dei rapporti consente anche ai meno avvantaggiati esteticamente di trovare l’anima gemella?

D’altro canto, molti, soprattutto donne, esprimono scetticismo sulla portata della novità: tanto fumo e poco arrosto.

  • “Tutto quello che si fa oggi si faceva anche prima, la differenza è che ora se ne parla” (58%)

Infine, alcuni temono che la facilità di relazioni faccia calare il desiderio:

  • “La sessualità è diventata così facile, che molti hanno perso interesse” (44%)
  • “I giovani di oggi sono poco interessati alla sessualità” (31%).

Non è un’ipotesi peregrina: tutti noi sappiamo quanto le difficoltà e i divieti facciano lievitare il desiderio.

Un nuovo atteggiamento verso la diversità

Il cambiamento in atto non riguarda solo la maggiore libertà e l’aumento delle occasioni di relazione.  Si sta affermando, una sensibilità all’ascolto e all’accettazione della diversità, anche se per ora è ancora minoritaria:

  • “gli uomini sono più attenti al piacere femminile” (52%)
  • “fino a pochi anni fa, c’era riprovazione verso LGBTQ, oggi non più” (46%)

Soprattutto in alcune zone del Paese il cambiamento trova forti resistenze:

  • “in alcune zone del Paese il potere maschile è ancora dominante” (65%)

Il viaggio verso la liberazione è cominciato ma la strada da fare è ancora lunga.

Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.