Black Box: un’eccellenza italiana al servizio della collettività

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Black Box: un’eccellenza italiana al servizio della collettività

La scatola nera non è più soltanto un dispositivo di grande utilità per le compagnie assicurative ma apporta benefici in termini di sicurezza personale e stradale, aiuta a essere più prudenti e a guidare in modo green come ha spiegato Enrico San Pietro nel corso di una tavola rotonda organizzata nell’ambito dell’Urban Mobility Council.

La scatola nera a bordo dei veicoli ha inaugurato l’era della telematica assicurativa con ricadute positive non soltanto per le compagnie e gli utenti ma per l’intera società. L’evidenza è emersa nel corso della tavola rotonda organizzata il 16 maggio presso la Sala del Refettorio della Camera Deputati sul tema “Il ruolo dell’economia dei dati a servizio dell’individuo e della collettività nell’ambito della mobilità”. L’incontro, svoltosi nell’ambito del Think Tank The Urban Mobility Council (promosso dal Gruppo Unipol e con il supporto scientifico del Politecnico di Milano) ha visto la partecipazione di Enrico San Pietro, Insurance general Manager di Gruppo Unipol che ha presentato i dati di quella che oggi si conferma una vera e propria “eccellenza italiana”.

Un numero su tutti: oggi sono attivi nel nostro Paese 9,9 milioni di Black Box con un tasso di penetrazione fra gli automobilisti italiani assicurati del 21,5%. Una percentuale significativa se si considera che il dispositivo è stato inventato “soltanto” nel 2007 da Unipol, società a cui sono riconducibili oltre 4 milioni di scatole nere, secondo i dati più recenti aggiornati ad aprile 2023.

Nuovi servizi e vantaggi per i consumatori

Le opportunità create dalla raccolta dei dati, generati dagli utenti e dai veicoli, hanno portato alla creazione di nuovi servizi e ad una migliore gestione di quelli esistenti. La conseguenza è che l’utente che dispone di una scatola nera, come ha spiegato San Pietro nel corso dell’appuntamento, può godere di numerosi vantaggi: si parte da quelli funzionali, passando per gli assicurativi e arrivando a quelli a valore aggiunto.

Rientrano nei primi la raccolta e l’elaborazione dei dati di percorrenza per la determinazione dello sconto di rinnovo; la rilevazione di crash e minicrash per la ricostruzione delle dinamiche di incidente e per la definizione del dossier sinistri; l’identificazione di eventuali frodi; la messa a disposizione dei dati rilevanti per la difesa in giudizio. Fra gli assicurativi si ricordano i servizi di soccorso stradale standard ma anche l’innovativa assistenza automatica al crash che attiva una serie di operazioni fino all’invio in automatico di un mezzo di soccorso in caso di impatti di grande rilevanza registrati dal dispositivo. Per non parlare del blocco dell’accensione motore in caso di forzatura del blocchetto di avvio.
Infine, devono essere ricordati gli innumerevoli servizi di valore aggiunto come il car finder, lo speed limit, l’alert accensione, l’alert spostamento, la pianificazione viaggi e il controllo delle emissioni che consente di impostare un target di riduzione delle emissioni di CO2 e di consumo di carburante.

Dalla Black Box alla Green Box

Quest’ultima funzione mette bene in evidenza, come ha voluto ribadire San Pietro, l’estensione dei benefici individuali anche all’intera comunità. La raccolta di dati può consentire di individuare i percorsi più efficienti, di ottimizzare l’onda verde dei semafori, di rilevare lo stile di guida green da associare a un singolo modello e di garantire un flusso del traffico più efficiente e meno inquinante a causa della riduzione delle soste. Si tratta di obiettivi che il Gruppo Unipol sta cercando di perseguire con il sostegno del Politecnico di Milano e che porteranno a un radicale cambio di paradigma nella telematica per la mobilità: dal concetto di “Black Box”, centrato sui sinistri ai fini di assistenza per il guidatore, si passerà quindi a quello di “Green Box”, dispositivo volto ad estendere i benefici della telematica alla sostenibilità ambientale.

Inoltre, i dati possono aiutare a ricostruire la dinamica di un incidente riducendo il rischio di frodi oltre che rendendo l’iter di liquidazione più rapido ed efficiente e limitando i contenziosi a tutto vantaggio del sistema giudiziario aggravato da una grande mole di procedimenti arretrati. Per non parlare del fatto che la presenza di un dispositivo a bordo incoraggia gli automobilisti a mantenere un comportamento di guida responsabile, contribuendo così ad aumentare la sicurezza.

Le informazioni raccolte dalle scatole nere possono essere analizzate per progettare strade e infrastrutture funzionali, sicure e corrispondenti alle esigenze della cittadinanza. Infine, da non dimenticare che i dati giocano un ruolo centrale anche nel monitoraggio delle flotte aziendali consentendo di programmare gli interventi di manutenzione dei veicoli, di individuare tempestivamente i malfunzionamenti e di studiare percorsi più efficienti.

A conclusione della tavola rotonda, Stefano Genovese, coordinatore del Think Tank The Urban Mobility Council e Head of Institutional & Public Affairs Gruppo Unipol, ha sottolineato come «le opportunità generate dall’economia dei dati hanno aperto nuove prospettive nell’ambito della mobilità con benefici indiscutibili per i singoli e la collettività. Solo un approccio decisionale non ideologico, ma basato sull’analisi oggettiva dei dati potrà consentire, tanto ai decisori pubblici nazionali e locali quanto ai privati cittadini, di fare le scelte più efficienti ed economiche per adottare una transizione nella mobilità che sia a misura di ciascuno e, proprio per questo, accettata da tutti».

​E' composta da giornalisti professionisti che danno vita al magazine digitale del Gruppo Unipol, capace di proiettarsi nel futuro, raccontandolo in ogni sua forma.