Life ADA: 38mila agricoltori pronti ad affrontare i rischi climatici

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Life ADA: 38mila agricoltori pronti ad affrontare i rischi climatici

Il progetto lanciato nel 2020 con capofila UnipolSai ha consolidato un modello innovativo di partenariato tra PA, istituzioni tecnico-scientifiche, ONG, consorzi o cooperative agricole che hanno sviluppato specifici piani di adattamento anche grazie a un tool e a tanta formazione. L’ad Laterza: «Vincente la sinergia pubblico-privato».

Taglio del traguardo per il progetto Life ADA (ADaptation in Agriculture), iniziativa che ha mosso i primi passi nel 2020 grazie alla sinergia tra pubblico e privato che ha coinvolto UnipolSai Assicurazioni, capofila, e partner come ARPAE Emilia-Romagna, Cia–Agricoltori Italiani, CREA Politiche e Bioeconomia, Festambiente, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Leithà e Regione Emilia-Romagna. Implementato inizialmente proprio in quest’ultima Regione, è stato replicato prima in Veneto, poi in Toscana e Lazio, consentendo di formare 38.000 tra agricoltori e operatori del settore allo scopo di affrontare i rischi climatici attuali e futuri e perseguendo l’obiettivo di aumentare la resilienza e l’adattamento.

Il bilancio è stato presentato nella giornata del 29 ottobre presso la sede del Parlamento Europeo, a Roma, nel corso dell’evento Il clima cambia, l’agricoltura rispondeLife ADA: reagire ai cambiamenti climatici. Un’occasione per porre l’accento sulla centralità dell’agricoltura per il nostro Paese, come ha ribadito Matteo Laterza, Amministratore Delegato UnipolSai Assicurazioni: «Il settore agroalimentare, fondamentale per il funzionamento dell’economia italiana, presenta oggi un elevato grado di fragilità in conseguenza della sua crescente esposizione agli eventi climatici. Con il Progetto LifeADA si è voluto affrontare questa criticità puntando, in particolar modo, sulla continua interazione tra compagnie di assicurazione ed operatori del settore agroalimentare, come principale abilitatore che favorisca un crescente adattamento delle imprese agricole alle conseguenze del cambiamento climatico. Si tratta di un progetto ad elevata complessità – ha concluso Laterza – che abilita il ruolo sociale delle assicurazioni ma che, al contempo, richiede l’impegno di tutto il sistema finanziario e, secondo una logica di partnership pubblico privato, di tutto il settore pubblico, con particolare riguardo al ruolo delle Regioni».

Un obiettivo ambizioso raggiungibile soltanto mettendo a fattor comune conoscenze e competenze che consentano di gestire in modo più evoluto il rischio, arrivando a dei piani di adattamento da parte delle imprese anche grazie all’uso della tecnologia digitale. Quanto è stato fatto con l’ADA Tool, una web app che fornisce informazioni sul clima presente e futuro e sui principali pericoli climatici, consentendo agli operatori di evidenziare i rischi attuali e potenziali, legati alle principali variabili meteorologiche, e di scegliere tra misure da mettere in atto per aumentare la propria resilienza confezionando così un dettagliato piano di adattamento. A oggi sono in 1.600 ad averla utilizzata.

L’iniziativa ha così contribuito a promuovere una nuova cultura nel mondo agricolo, migliorando da un lato la capacità degli imprenditori di affrontare le problematiche legate al climate change e, dall’altro, inaugurando un approccio innovativo da parte dell’assicurazione per rafforzare la capacità di riduzione del rischio climatico al fine di mantenere l’assicurabilità a lungo termine, nonostante l’aumento dei rischi catastrofici e sistemici. Il tutto in un clima di stretta collaborazione con il pubblico. Un esempio concreto è rappresentato dalla Regione Emilia-Romagna che ha riconosciuto in 3 bandi di investimento per una dotazione finanziaria complessiva di quasi 46 milioni di euro, a parità di punteggio, una precedenza a chi ha dimostrato di dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.

Con un budget di quasi 2 milioni di euro, co-finanziato dalla UE per circa la metà dell’importo, il progetto Life ADA si è rivolto agli agricoltori di tre filiere strategiche, fra le più esposte agli eventi estremi: lattiero-casearia, vitivinicola, ortofrutticola. In questi tre ambiti sono stati formati i quasi 40mila operatori del settore (agricoltori, consorzi, cooperative, agronomi, zootecnici, tecnici e studenti), che hanno usufruito di 10 webinar (7 tecnici e 3 di scambi di buone pratiche), video-lezioni peer to peer e anche di un podcast, AgriFuturo. Ma non solo: grazie ad articoli, video, workshop, incontri istituzionali dei partner sono stati raggiunti, sul territorio nazionale e internazionale, circa 600.000 soggetti impegnati a vario titolo nell’attività agricola.

Secondo l’Onorevole Dario Nardella, componente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo, che ha chiuso i lavori della giornata, la difesa dell’agricoltura rappresenta «la sfida del nostro tempo che ci coinvolge a 360 gradi. Ci sono due temi che si incrociano: innovazione e competitività. Dobbiamo abbracciare la prima se vogliamo rendere l’agricoltura più sostenibile. Investire sull’innovazione vuol dire guardare alla tecnologia senza paura. Ma abbiamo bisogno anche di risorse nuove: siamo il Paese europeo con meno giovani impegnati nel settore. Poi dobbiamo scommettere sul secondo pilastro, la competitività: forte è il nesso fra questa e la decarbonizzazione, ma, come ha ricordato Mario Draghi, servono 800 miliardi di euro per la transizione. Per questo motivo bisognerebbe attivare un meccanismo di debito pubblico europeo, unico strumento in grado di convogliare risorse consistenti in ambiti strategici specifici, senza dimenticare il concorso anche del settore privato».

All’evento e alla tavola rotonda moderata da Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale Aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo, hanno partecipato: Butch Bacani, Responsabile del settore assicurativo dell’UNEP; Blaz Kurnik, Capo del Gruppo per gli Impatti dei Cambiamenti Climatici e l’Adattamento presso l’Agenzia Europea per l’Ambiente; Simona Caselli, Presidente dell’Areflh, di Granlatte Soc. Coop. e di CRPA; Cristiano Fini, Presidente CIA – Agricoltori Italiani; Cristian Maretti, Presidente Legacoop Agroalimentare Nord Italia; Giuseppina Felice, Responsabile Settore Competitività delle imprese e Sviluppo dell’innovazione della Regione Emilia-Romagna; Massimiliano Raffa, Commissario straordinario dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio (Arsial).

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