Accendiamo la luce sul futuro
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Dal settore delle quattro ruote continuano ad arrivare segnali di una crescente attenzione nell'utilizzo di una tecnologia che potrebbe diventare cruciale per accrescere il controllo su parti vitali dell'intera filiera.
Dal settore delle quattro ruote continuano ad arrivare segnali di una crescente attenzione nell’utilizzo di una tecnologia che potrebbe diventare cruciale per accrescere il controllo su parti vitali dell’intera filiera, l’era della rivoluzione Blockchain.
Il mondo dell’auto è alle prese con una rivoluzione tecnologica da più parti descritta come dirompente o drammatica per il futuro del settore. La svolta verso l’elettrificazione, la guida autonoma, le tecnologie per la connessione, i nuovi servizi per la mobilità sono ormai da tempo sulla bocca dei maggiori rappresentati del comparto così come della gente comune. Le Case hanno ormai deciso di abbracciare, volenti o nolenti, tutte le sfide che si stanno palesando sul loro percorso verso il futuro e in alcuni casi stanno anche assumendo un ruolo guida nell’adozione di alcune tecnologie a dimostrazione di quanto la loro mentalità si stia radicalmente modificando: un settore fino a poco tempo restio ad accettare le innovazioni provenienti dall’esterno sta diventando sempre più aperto e disponibile ad abbracciare soluzioni che potrebbero anche risolvere molte problematiche.
È il caso della rivoluzione Blockchain, la tecnologia della catena dei blocchi finora legata più alle criptovalute o alla finanza evoluta che a settori tradizionali come, appunto, quello dell’auto. Per le quattro ruote è una rivoluzione anche questa. Per quanto sia ancora agli albori gli effetti rischiano di essere dirompenti già nel breve termine se non nel brevissimo.
L’Ibm Institute for Business Value ha condotto un sondaggio su 1.314 manager sia dell’intera industria automobilistica, ossia Case produttrici e loro fornitori di 10 Paesi (Cina, Germania, Francia, India, Regno Unito, Brasile, Messico, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud) e il quadro che emerge non lascia adito a dubbi. Dalle interviste, che hanno portato all’elaborazione dello studio “Daring to be first, How auto pioneers are taking the plunge into blockchain”, si rileva infatti come il 62% degli intervistati consideri la tecnologia della catena dei blocchi una nuova rivoluzioni per il settore che già nel 2021 produrrà conseguenze dirompenti per numerosi segmenti di attività: dalla supply chain alla gestione dei servizi finanziari, dai servizi post-vendita alla mobilità del futuro. Il motivo è facile da intuire. La possibilità di controllare grazie alla blockchain ogni aspetto dei vari movimenti esistenti all’interno della filiera potrebbe garantire miglioramenti nei processi di controllo e gestione di ogni passaggio in una filiera complessa, “lunga” e globale come nessun altro settore al mondo. Basti pensare alla possibilità di rendere tracciabili e sicuri le movimentazioni dei ricambi e dei componenti così come i vari passaggi di proprietà o di noleggio delle auto. Quello dei servizi finanziari è uno degli ambiti che trarranno i maggiori benefici della blockchain, secondo lo studio. Le transazioni finanziarie fra i partecipanti dell’ecosistema, l’autenticazione dell’accesso alle auto, esperienza clienti e fedeltà, potrebbero trarre grande giovamento dalle peculiarità del meccanismo di validazione proprio della blockchain.
I campi di adozione e i relativi benefici sono molteplici a partire da quel miglioramento dell’efficienza operativa che in un settore alle prese con “tempi da vacche magre” sta diventando l’imperativo per tutti i manager di primo livello. Del resto, gli investimenti nella svolta elettrica stanno comprimendo margini già risicati e quindi la ricerca di efficienze di costo diventa la priorità assoluta soprattutto per chi gestisce gli acquisti, gli approvvigionamenti, la logistica, in poche parole molte delle funzioni che non rappresentano un centro di ricavi.
Il settore non è comunque ancora pronto del tutto e non è ancora a conoscenza di quanto la blockchain possa generare benefici tangibili al punto che solo il 15% delle aziende la sta già utilizzando. Del resto, è un discorso che vale per tutte le rivoluzioni tecnologiche in una fase solo di iniziale emersione. Eppure, oltre il 50% dei manager intervistati ritiene che la catena dei blocchi possa avere un impatto sostanziale anche alla luce dei cambiamenti di paradigma in atto nel settore per effetto di altre rivoluzioni tecnologiche come quella dell’auto elettrica.
«Stiamo muovendo i primi passi per quanto riguarda la Blockchain nell’industria automobilistica, ma il potenziale è enorme. Nel 2019 prevediamo di assistere a un decollo della Blockchain, soprattutto per quanto riguarda la condivisione sicura dei dati, le transazioni per la condivisione di auto e tragitti, nonché per gli acquisti direttamente dal veicolo», ha sostenuto Ben Stanley, dell’IBM Institute for Business Value.
Del resto, alcuni dei maggiori player del settore hanno già compiuto i primi passi concreti con la nascita di iniziative consortili o l’adozione della blockchain per alcune attività vitali. Un anno fa è stata, per esempio costituita la Mobility Open Blockchain Initiative con l’obiettivo esplicito di costruire le fondamenta per l’utilizzo della blockchain nel settore automobilistico, a partire dalla definizione di standard tecnologici di base, e quindi creare un nuovo ecosistema digitale che renda il mondo dei trasporti più sicuro e quindi più sostenibile dal punto di vista economico. A farne parte sono colossi del settore del calibro di Bmw, Bosch, Ford, General Motors, Renault e ZF Friedrichshafen, multinazionali della tecnologia come Accenture e Ibm, università, startup, associazioni e perfino compagnie assicurative. «Il settore automobilistico ha attualmente bisogno di un aumento di efficienza. Con la promessa di rendere la mobilità più sicura, ecologica e accessibile, la blockchain ha tutto il potenziale per rafforzare la fiducia e la collaborazione fra le aziende, i consumatori e persino i veicoli», ha sintetizzato Chris Ballinger, Ceo e fondatore di MOBI.
Si è aperta così una finestra su un mercato dal potenziale enorme. Secondo una ricerca di Bis Research le applicazioni della blockchain nel mondo delle quattro ruote potrebbero arrivare a valere fino a 1,6 miliardi di dollari entro il 2026. Del resto, l’adozione della catena dei blocchi, proprio perché ancora in un territorio vergine, può spaziare in un ampio spettro di possibili applicazioni. Applicazioni che stanno sviluppando sia aziende sconosciute ai più che colossi del settore. Solo per fare alcuni esempi: BigChainDB l’applicazione CarPass per inglobare tutte le informazioni relative all’intero ciclo di vita dei veicoli e Oaken Innovation un progetto per il pagamento dei caselli autostradali. Tra i big la Renault sta sviluppando a un software per rendere digitale il libretto delle manutenzioni, mentre la Volkswagen e la Ford hanno aderito a una rete che, tramite la piattaforma IBM Blockchain e l’Hyperledger Fabric di Linux Foundation, consente la tracciabilità della provenienza dei minerali strategici. L’obiettivo del gruppo tedesco è incrementare l’efficienza, la sostenibilità e la trasparenza nella catena globale di approvvigionamento, in particolare del cobalto per le batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici. In tal modo Volkswagen punta anche ad evitare che il suo nome venga coinvolto in quei fenomeni di sfruttamento dei lavoratori o di inquinamento ambientale che questa testata ha già descritto per sottolineare l’impatto anche etico della produzione degli accumulatori.
Rimanendo sempre in Germania, la Daimler è ancor più attiva nell’adozione della blockchain. Membro dal 2017 del progetto Hyperledger, ha lanciato nello stesso anno un prestito obbligazionario da 100 milioni di euro utilizzando proprio la blockchain per effettuare l’intera transazione e l’anno scorso ha lanciato un progetto pilota con la società Icertis specializzata nella gestione di contratti tramite cloud-computing per aumentare la trasparenza dell’intera supply-chain e quindi avere maggiori garanzie tra i fornitori sul rispetto delle condizioni di lavoro, dei diritti umani, della protezione ambientale, della sicurezza, dell’etica e del rispetto delle normative. La Porsche ha invece investito nella startup berlinese Gapless che tramite una soluzione basata sulla catena dei blocchi consente ai clienti di gestire in digitale e condividere auto storiche.
Gli ambiti di applicazione sono dunque variegati. La stessa Porsche ammette la possibilità che la blockchain possa diventare fondamentale per garantire la sicurezza nei processi di pagamento legati all’utilizzo del veicolo: biglietti per parcheggi, pedaggi autostradali, ricariche per auto elettriche. E questo senza dimenticare le possibili applicazioni nel campo delle assicurazioni, in particolare nella gestione delle transazioni o delle assicurazioni legate al car-sharing peer to peer o soprattutto nelle cosiddette polizze istantanee per non parlare del monitoraggio di tutti gli aspetti delle polizze auto con la possibilità garantita dalla blockchain che nessun dato venga manomesso per fini fraudolenti o diventi oggetto di controversia. A tal proposito il gruppo Unipol ha aderito a un progetto per testare le potenzialità della catena dei blocchi nei contenziosi Rc Auto.
Insomma, i possibili ambiti di applicazione per una tecnologia per ora legata solo al mondo controverso delle criptovalute sono ampi e variegati con un potenziale rivoluzionario ancora tutto da scoprire e valutare.