Sessualità: per i giovani meglio libera e fluida
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La ripartenza post pandemica ci pone di fronte a un bivio: dobbiamo concentrarci sul miglioramento dei prodotti o dei servizi esistenti oppure occorre individuare nuove direzioni?
Siamo di fronte a un bivio: dobbiamo puntare a essere innovatori di soluzioni o innovatori di direzioni? Cerchiamo di riflettere a partire dal celebre libro Strategia oceano blu di Chan Kim e Renée Mauborgne, uscito nel 2005 e tradotto in 43 lingue.
Di cosa parliamo:
Pubblicato qualche anno fa, Strategia oceano blu ci apre gli occhi sulla necessità di essere innovatori puntando a ottenere un vantaggio competitivo non già nell’oceano rosso dei mercati maturi, pieni di squali che lottano per avere profitti sempre più ridotti, ma nell’oceano blu dove la concorrenza non è agguerrita. Per far questo, tuttavia, Kim e Mauborgne concentrano la nostra attenzione sulla necessità di dare vita a innovazioni di valore ossia a qualcosa che non tanto migliori delle prestazioni di un prodotto o di un servizio, ma permetta ai clienti di avere nuove prestazioni che abbiano più senso.
Queste considerazioni ci portano a un bivio: da una parte possiamo imboccare la strada dell’innovazione di soluzione, dall’altra quella di direzione. Nel primo caso lavoreremo a soluzioni migliorative di problemi esistenti in una logica incrementale oppure radicale, nel secondo caso ci concentreremo su nuove soluzioni a problemi esistenti. L’innovatore di soluzione cambia il come di un sistema, quello di direzione cambia il perché di un sistema.
Prendiamo il caso concreto delle game console: se nel 2006 Sony fu in grado di lanciare sul mercato la PlayStation3 permettendo agli utilizzatori di avere una grafica più definita per simulare la realtà virtuale, Nintendo offrì ai consumatori la console Nintendo, il cui beneficio fu rappresentato dalla possibilità di giocare muovendosi. Nel secondo caso ci trovammo di fronte a un’innovazione di direzione, che si rivelò molto apprezzata dagli appassionati di videogiochi.
Considerando un ambito differente, possiamo citare il caso della rete delle farmacie benefit Apoteca Natura. «Abbiamo scelto di operare in maniera responsabile, sostenibile e trasparente per un nuovo modo di fare farmacia, realmente centrato sulla persona – è la missione dichiarata nel portale –. Ciò significa mettere al centro la persona, ascoltarla, capirla e guidarla nel proprio percorso di salute consapevole, consigliando soluzioni capaci di curare rispettando l’organismo e l’ambiente».
Come spiega Roberto Verganti, docente di Innovation leadership al MIP Politecnico di Milano, «le farmacie tradizionali assumono che le persone entrino in farmacia per comprare prodotti. Di fatto le farmacie assomigliano sempre di più a supermercati e i farmacisti sempre di più a esperti di logistica. C’è per esempio una grande attenzione alla varietà e alla disponibilità di prodotti a scaffale. Apoteca Natura è un concetto di farmacia che punta, invece, a una direzione con un significato completamente diverso: entrare in farmacia non solo per approvvigionarsi di un prodotto, ma per avere un consiglio e prendersi cura della propria salute».
Per questa ragione – prosegue Verganti – «anziché aumentare la varietà dei prodotti esposti, le farmacie Apoteca Natura hanno ridotto lo spazio di scaffalatura per mettere al centro gli spazi di interazione e di consigli tra il farmacista e il cliente». Si è trattato di una direzione opposta a quella concorrenza, un’innovazione di direzione.
Cerchiamo di tirare le somme. Se vogliamo innovare, possiamo concentrarci sul come oppure sul perché: nel primo caso faremo innovazione di soluzione, nel secondo caso di direzione. Importante è chiarire a noi stessi quale strada vogliamo seguire.