Welfare Italia: tre proposte per crescere

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Welfare Italia: tre proposte per crescere

Le linee d’azione su sanità, politiche sociali e previdenza nello scenario post Covid delineate del Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia” del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House-Ambrosetti.

Le linee d’azione su sanità, politiche sociali e previdenza nello scenario post Covid delineate del Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia” del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House-Ambrosetti.

Guarda alcuni degli interventi di Welfare Italia Forum ​2020

Le video ​interviste a: Carlo Cimbri, Group CEO, Unipol Gruppo​; Valerio De Molli, Managing Partner e CEO, The European House – Ambrosetti; Walter Ricciardi, Consigliere del ministro della Salute per i rapporti con le istituzioni sanitarie internazionali per l’emergenza Covid-19; Presidente del Mission Board for Cancer, Commissione Europea; Coordinatore del Comitato Scientifico, Human Technopole; advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia”; Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia​.

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Sono tre le linee d’azione concrete emerse nel corso del Welfare Italia Forum 2020 e, anche alla luce degli impatti socio-economici della crisi COVID-19, hanno come obiettivo l’implementazione della visione evolutiva contenuta nel Secondo Rapporto Think Tank “Welfare, Italia” a cura del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Dal Rapporto emerge la necessità di un sistema che sia sempre più di precisione, un Welfare New Deal, in coerenza con i tre pilastri del welfare italiano: sanità, politiche sociali e previdenza. 

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Vediamo in particolare per ciascun capitolo quali sono gli aspetti operativi e i principali benefici che ne possono derivare.

Rivedere il sistema sanitario puntando su digitale e long-term care


Il Think Tank “Welfare, Italia” propone di rendere il sistema sanitario più efficiente, sostenibile e resiliente attraverso la creazione di banche dati interoperabili e nuovi servizi digitali come un progetto pilota di telemedicina coordinato a livello nazionale e scalabile in tutto il Paese.

Nel concreto la proposta sulla sanità indica:

  • Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) deve diventare una priorità nazionale, gestito tramite un’unica piattaforma e con accountability del Ministero della Salute che consenta la raccolta e lo scambio di informazioni tra le Regioni e gli operatori sanitari dei diversi territori, nel rispetto dei vincoli imposti dalla tutela della privacy.
  • La necessità di avviare un piano nazionale di telemedicina delineato e coordinato a livello nazionale e implementato a partire da alcune Regioni dotate già oggi delle infrastrutture necessarie. L’obiettivo è mantenere attiva la comunicazione con i pazienti senza obbligarli a recarsi in ospedale o dal proprio medico (consulto del medico di base e specialistico; monitoraggio delle condizioni di salute di pazienti cronici.
  • Introdurre meccanismi che rafforzino il sistema della cronicità e non autosufficienza. Già oggi, in Italia, sono almeno 1 milione le persone, i cosiddetti care giver, che si prendono cura di parenti non più autosufficienti e, secondo le stime del Censis sono oltre 560 mila le famiglie che, per pagare l’assistenza a un familiare non autosufficiente, hanno dovuto erodere i propri risparmi o indebitarsi. Per questo motivo, si propone di introdurre all’interno della negoziazione per la contrattazione collettiva la progressiva adozione di un’assicurazione per la long-term care obbligatoria.

benefici attesi dalla proposta sono:

Una digitalizzazione del sistema sanitario che unisca FSE e telemedicina porta a due vantaggi concreti:

  • Semplificazione dei processi e gestione delle prestazioni (gestione delle tempistiche, prenotazioni, liste d’attesa; minori necessità di spostamento; tracciamento delle prestazioni erogate; trasmissione protetta e criptata di documenti, referti e diagnosi; facilità di dialogo tra paziente e sistema sanitario).
  • Risparmio di costi e recupero di efficienza (migliore efficacia nella gestione domiciliare dei pazienti cronici; facilità di monitoraggio e diffusione della prevenzione; maggiore capacità di risposta e intervento tempestivo; possibilità di investire le risorse risparmiate in innovazione e digitalizzazione).
  • A livello economico, l’attivazione di un progetto pilota su larga scala per la realizzazione di un sistema di telemedicina a livello nazionale può quindi portare un risparmio di circa 4,5 miliardi di euro ogni anno per il sistema sanitario.

Occorre investire su un piano di politiche attive del lavoro e di sostegno alle famiglie

Il Think Tank “Welfare, Italia” propone di razionalizzare gli strumenti assistenzialistici e investire in un piano di politiche attive del lavoro.

Nel concreto la proposta sulle politiche sociali indica:

  • Ottimizzare gli strumenti di politica sociale, a partire da quelli diretti alle famiglie, superando i meccanismi dei bonus frammentati e individuando un unico strumento con finalità di inclusione sociale. Un primo passo in questa direzione è costituito dall’approvazione del disegno di legge delega sulla famiglia, il cosiddetto Family Act, che prevede una riforma degli strumenti a sostegno delle famiglie, mettendo ordine fra i sussidi attuali che confluiranno tutti nell’Assegno universale a partire da gennaio 2021.
  • Istituire uno strumento che riassuma in un’unica misura la componente assistenzialistica del Reddito di cittadinanza, del Reddito di emergenza e dell’assegno unico per i figli. L’obiettivo potrebbe essere avere un singolo strumento di assistenza per nucleo famigliare.
  • Ripensare le politiche sociali mettendo al centro il mondo del lavoro. Per politiche attive si intendono servizi e interventi volti a promuovere e favorire l’occupazione (inserimento/reinserimento lavorativo) e l’occupabilità (migliore spendibilità del profilo della persona e maggiore vicinanza al mercato del lavoro) di chi cerca lavoro superando i meccanismi di navigator e Centri per l’impiego (CPI)

benefici attesi dalla proposta sono:

  • Sulla base di quanto emerge dall’analisi del Think Tank “Welfare, Italia”, la riorganizzazione dei bonus e delle misure una tantum di integrazione al reddito, in favore di un unico strumento con finalità di inclusione sociale, potrebbe liberare risorse per un valore di circa 10 miliardi di euro che potrebbero essere dedicate a un piano di politiche attive del lavoro.
  • Si stima che l’attivazione di programmi di formazione specializzati e finalizzati all’aggiornamento delle competenze in linea con le richieste del mercato potrebbe generare fino a 200 mila nuovi occupati aggiuntivi.
  • L’impatto di lungo termine in uno scenario in cui si ipotizza un investimento iniziale di 10 miliardi di euro per il piano di politiche attive, ridotto a 7 miliardi e 5 miliardi nei due e cinque anni successivi garantirebbe un recupero dei valori occupazionali pre-COVID entro 5 anni rispetto ad oggi e un incremento annuo del PIL pari al +0,7%.

Previdenza: lanciare un piano di incentivi e fare cultura sui giovani

Il Think Tank “Welfare, Italia” propone di introdurre una tassazione agevolata sui rendimenti accumulati nella previdenza complementare, aumentare la flessibilità della previdenza complementare e lanciare “UNICO” come strumento di cultura previdenziale per i più giovani.

Nel concreto la proposta sulla previdenza indica:

  • La necessità di un contesto fiscale più favorevole, con meccanismi di incentivo fiscale come una tassazione agevolata sui rendimenti accumulati nella previdenza complementare, riportando la tassazione all’11,5%, al fine di sostenere un maggiore tasso di adesione alle forme di previdenza integrativa (fondi negoziali, fondi aperti e PIP).
  • L’aumento della flessibilità della previdenza complementare (plafond e anticipi) oggi soggetto a troppe rigidità, soprattutto in caso di eventi eccezionali, come la pandemia in corso.
  • Il lancio di uno strumento – denominato UNICO, “Universale Contributo” – che sostenga la creazione di posizioni previdenziali integrative per i più giovani. Questo meccanismo potrebbe essere dedicato a tutti i nuovi nati (circa 450 mila ogni anno) per cui sia automaticamente aperta una posizione previdenziale di III pilastro con possibilità, da parte delle diverse istituzioni finanziarie e assicurative, di dotare questa posizione di una contribuzione iniziale pari a 50 euro. La posizione così aperta consentirebbe, da un lato, di fare cultura previdenziale tra i più giovani, anche nell’ottica di portabilità a livello comunitario dei cosiddetti “Pan-European Personal Pension products” (PEPP) che la Commissione Europea ha recentemente previsto.

benefici attesi dalla proposta sono:

  • Per quanto riguarda la proposta legata all’aspetto fiscale, con l’aliquota da applicare per la tassazione sui rendimenti accumulati nella previdenza complementare all’11,5%, e un periodo di contribuzione medio di 25 anni, le stime elaborate evidenziano che la tassazione agevolata potrebbe generare circa 10 mila euro in più per ciascun aderente. Ciò andrebbe a determinare un incentivo per le sottoscrizioni, che potrebbero aumentare di 2,5 milioni (pari al 30% delle sottoscrizioni totali) per un totale di 7 miliardi di euro di risorse aggiuntive destinate alla previdenza complementare.
  • Tali risorse aggiuntive potrebbero essere indirizzate verso investimenti nell’economia reale incentivando la realizzazione di progetti sistemici per il Paese (investimenti green e infrastrutture, per esempio) e generando ricadute sul PIL fino a un incremento di 1,5 punti percentuali.
  • Le proposte dirette alla flessibilità e all’attivazione di UNICO hanno, invece, benefici in termini di incremento della cultura previdenziale e ampliamento potenziale della platea di aderenti alle forme previdenziali integrative.

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