Accendiamo la luce sul futuro
La serie di fantascienza Star Trek è ambientata nell’anno 2264. Gli esseri umani viaggiano nella galassia insieme agli alieni, aiutati da computer, propulsione più veloce d
AI 2041 è un libro curioso che affronta in modo originale il tema dell’intelligenza artificiale proiettando il lettore in un futuro a metà tra la distopia e l’incredulità.
Leggendo libri di questo tipo, il primo mio pensiero va sempre a quanto sia cambiato, nel corso della storia, il rapporto tra l’umanità e il tempo: fino al 1800, affrontavamo il domani con approccio incrementale. Nella vita di un Sapiens pre-rivoluzione industriale, insomma, ogni giorno era uguale al precedente e, con tutta probabilità, molto simile ai successivi. Non c’era molto spazio per l’immaginazione: dall’avvento dell’era delle macchine, invece, la dilatazione del tempo si è accompagnata pure a quella della fantasia.
Il mood degli anni ’50 del secolo scorso era intriso di speranza: allora la futurologia guardava alla conquista dello spazio, a un futuro narrativamente felice e impregnato di segno +.
Non c’è la visione sci-fi di Trascendence o Her: nulla nel libro si avvicina alla singolarità di una macchina senziente che sviluppa una nuova forma di intelligenza sul pianeta Terra accanto a noi umani.
AI 2041 è a doppia firma: Kai Fu Lee è un imprenditore e informatico di successo che ha lavorato in grandi aziende tech e sviluppato tecnologie di riconoscimento vocale all’avanguardia; Chen Qiufan è uno scrittore di sci-fi.
Da questo connubio nasce un’idea felice: dieci racconti che descrivono possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale. Ogni storia è corredata da un breve commento, un piccolo saggio che entra nel dettaglio delle tecnologie descritte e delle implicazioni in termini di impatto sociale.
Così, c’è la storia di una giovane in India che si trova ad armeggiare con un’assicurazione futuribile: sono talmente tanti i dati a disposizione della compagnia che, in tempo reale, i premi cambiano semplicemente quando una persona smette di fumare (scendendo) o passeggia per i quartieri pericolosi di una città (salendo). Ma che succede quando ci si mette di mezzo l’amore? Nella società delle caste, quale può essere il ruolo di un’assicurazione che, dati alla mano, interferisce sulla valutazione del cosiddetto perfect match?
C’è il tema del deep fake che ha già fatto molto parlare di sé nei mesi e anni scorsi: qui si sviscera il potenziale deleterio sull’andamento delle competizioni elettoriali e su un discorso politico che, già oggi, invero, sembra avere avvelenato i pozzi del civismo.
L’Australia diventa il luogo ideale di Plenitude, una società i cui abitanti hanno una tessera, la Basic Life Card, per avere di che vivere dignitosamente e un sistema di social credit che somiglia parecchio a quello in corso di sperimentazione in Cina e che, soprattutto, avvicina anche questo sogno ai contorni dell’incubo sociale.
Lo spettro della disoccupazione tecnologica, l’impatto dei computer quantistici sulla sicurezza dei nostri dati: ogni storia è gradevole e avvincente e ha il merito di accendere la lampadina del dubbio.
Credo che il grande pregio di AI 2041 stia proprio qui: avviare un discorso serio sull’intelligenza artificiale con il pensiero critico, disegnare scenari portandoli iperbolicamente nella dimensione dell’incubo per aiutarci a riflettere e a generare un futuro che somigli più ai nostri sogni.