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Non solo pannelli, il fotovoltaico si ingloba in arredi, abbigliamento, tessili, addirittura pellicole adesive da applicare sulle pareti di un edificio. Tutte le novità a The Solar Biënnale, il primo evento al mondo per le tecnologie di settore.
Una pellicola organica adesiva, sottilissima e molto leggera, che si incolla alle pareti di un edificio e lo trasforma in un produttore di energia. Il classico tavolo della cucina, attorno al quale spesso sono nate idee e nuovi progetti, che diventa una fonte di energia, imitando il processo di fotosintesi delle piante. Una giacca che s’illumina al buio, progettata per ricaricarsi con i raggi del sole. Il solare è la fonte primaria di energia del Pianeta e il nostro futuro energetico è legato all’evoluzione dei metodi per utilizzarla. Se, fino a circa dieci anni fa il pannello solare in silicio, era l’unico sistema per incamerarne grande quantità, oggi stanno emergendo tecnologie, tessuti, materiali, processi capaci di integrarla diffusamente nel quotidiano, o rendere lo stesso pannello più efficiente, intelligente, economico e anche esteticamente piacevole.
Il punto di partenza è un dato di IEA, Agenzia Energetica Internazionale: il sole è capace, in 90 minuti, di soddisfare il fabbisogno energetico della terra per un anno. Catturarla, stoccarla e renderla disponibile è la sfida tecnologica e ambientale del nostro tempo.
Le primissime celle solari furono inventate nel 1883 dall’americano Charles Fritts, ma avevano un’efficienza fotovoltaica inferiore all’uno per cento, non abbastanza per renderle una fonte di energia. Gli antenati dei pannelli che utilizziamo oggi hanno preso forma nel 1954, nei Bell Labs del New Jersey, dove è stato inventato il primo pannello solare al silicio, che aveva una percentuale di conversione di luce in energia di circa il 6%. Oggi la trasformazione può toccare punte del 28% ed è in crescita, così come è in discesa l’impronta di carbonio connessa all’estrazione del silicio, che rimane estremamente energivora e al loro smaltimento. Un’alternativa più green, economica ed efficiente di cui si parla molto è la perovskite, un materiale facilmente reperibile e molto più economico del silicio, con cui un team di ricercatori della National University of Singapore ha stabilito un nuovo record nell’efficienza di conversione. Un punto di riferimento per l’innovazione del settore è la Solar Biënnale di Rotterdham, a settembre 2022, il primo evento al mondo che ospiterà tecnologie e novità del settore, ideata dalle designer Marjan van Aubel e Pauline van Dongen, a cura di Matylda Krzykowski. Intanto, sono già diversi gli esempi che raccontano un settore in continua trasformazione.
A febbraio 2022, il British Fashion Council e la società di venture capital Venrex hanno lanciato un fondo per sostenere e promuovere brand con un approccio anticonvenzionale alla moda. Fra i marchi selezionati c’è anche Vollebak, due volte vincitore del premio Best Inventions del Time per la sua capacità di coniugare abbigliamento e tecnologia. Fra i loro capi, sono presenti anche giacche – non prototipi, ma modelli acquistabili – capaci di immagazzinare e riemettere la luce solare. Ma non sono gli unici. I ricercatori di design e fisica della Aalto University, in Finlandia, hanno ideato un tessuto che incamera micro pannelli solari, rendendo la tecnologia non percepibile ad occhio nudo. L’obiettivo del progetto Sun-Powered Textiles era quello di creare un capo autosufficiente dal punto di vista energetico, in grado di alimentare dispositivi indossabili senza che l’estetica del capo venisse alterata. Lo studio dell’olandese Pauline van Dongen sta sviluppando un materiale simile, in collaborazione con l’azienda di architettura tessile Tentech. Un tessuto smart, ideale per realizzare tende e strutture tessili capaci di catalizzare l’energia solare e, al tempo stesso, fornire protezione dalla luce.
Nel settore delle costruzioni sta emergendo un modello nuovo, in cui gli edifici stessi diventano enormi pannelli. L’esempio più famoso al momento è il tetto solare di Tesla, ma Heliasol, la pellicola solare organica della tedesca Heliatek potrebbe presto fargli concorrenza. Anche qui, non si parla di un prototipo appena uscito da un laboratorio, ma di un prodotto testato in oltre 30 progetti pilota nel mondo, spiega l’azienda. Adesiva, sottile, flessibile, leggera, con un’impronta di carbonio molto bassa (14,5 g di Co2 per metro quadrato), si incolla su una superficie senza impiegare strumenti speciali o una struttura portante, ed è subito pronta per entrare in funzione. Una rivoluzione invisibile, scalabile, applicabile dal basso: così come le finestre fotovoltaiche della californiana Ubiquitous, una tecnologia brevettata che rende le celle solari trasparenti, indistinguibili da un comune vetro per estetica e prestazioni, ma capaci di convertire la luce ambientale in elettricità.
Nel campo del design spiccano il tavolo Current Table 02 e il quadro luminoso Ra della designer belga Marjan van Aubel. Che con il suo studio omonimo – e insieme alla collega Pauline van Dongen – è fra i progettisti più all’avanguardia nel settore. Current Table non è solo un tavolo, ma anche una fonte di energia naturale. La sua superficie in vetro è realizzata con celle solari sensibilizzate a un particolare colorante, che utilizzano la proprietà del colore per creare correnti elettriche, imitando il processo di fotosintesi nelle piante. L’energia viene immagazzinata in una batteria integrata in una delle gambe del tavolo, che funge così da power bank. Ra è, invece, un pannello realizzato con celle solari colorate, montate per creare un motivo geometrico. La sera si illumina, grazie all’energia incamerata durante il giorno, ma non è questo il suo obiettivo primario. Ra mostra come l’ultima generazione di pannelli fotovoltaici, colorati e flessibili, possa avere applicazioni decorative e diventare un oggetto artistico, da esporre in casa e non nascondere sul tetto.