Rischio e cultura assicurativa: come la vedono i giovani

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Rischio e cultura assicurativa: come la vedono i giovani

Più consapevoli e più preoccupati del futuro, gli italiani tra i 18 e i 24 anni sono positivi nei confronti delle assicurazioni, anche se nel campo dell'educazione c’è ancora tanto da fare. I risultati della ricerca Eumetra Monterosa per Gruppo Unipol.

Più consapevoli e più preoccupati del futuro i giovani, gli italiani tra i 18 e i 24 anni sono positivi nei confronti delle assicurazioni, anche se nel campo dell’educazione c’è ancora tanto da fare. I risultati della ricerca Eumetra Monterosa per Gruppo Unipol.

​​​​​​Un’indagine volta ad individuare gli atteggiamenti degli italiani verso il rischio e le assicurazioni ha permesso di delineare un quadro preciso soprattutto per quanto riguarda i giovani, tra i 18 e i 24 anni. La ricerca è stata realizzata da Eumetra Monterosa per Gruppo Unipol in collaborazione con LifeGate che ha definito le domande per un sondaggio d’opinione a livello nazionale.

Ne è emerso che i giovani sono consapevoli dei rischi a cui sono esposti e delle incertezze che il futuro può riservare loro e considerano che sia opportuno ripararsi dagli scherzi del destino. «È interessante notare», ha sottolineato Renato Mannheimer dell’Istituto di Ricerca Eumetra Monterosa, «quanto la parte più giovane della popolazione, pur avendo una disponibilità economica e una cultura assicurativa più limitate, percepisca la necessità di coprire un numero maggiore di rischi e soprattutto sia propensa a scoprire nuove possibilità e modalità di copertura che differiscano da quelle più tradizionali. Sono i giovani il futuro della nostra società e solo ascoltandoli attentamente possiamo prevedere quali possano essere i nuovi ambiti di copertura su cui investire e pianificare le prossime strategie assicurative».

Quanto pesa la percezione del rischio?​

Sono 3 su 4 le persone che ritengono possano verificarsi eventi che provochino danni alle cose o alla loro persona. Segmentando questa popolazione, si nota che i laureati hanno uno sguardo più attento a questi eventi, con una differenza di genere significativa, particolarmente tra i giovani: le ragazze sono più preoccupate per i danni verso la persona, i ragazzi per quelli verso le cose.
«Da anni LifeGate è riferimento in Italia per lo sviluppo sostenibile», ha dichiarato Enea Roveda, Amministratore Delegato di LifeGate, la società che ha definito le domande della ricerca, «creando consapevolezza e diffondendo conoscenza relativamente a questi temi anche attraverso la realizzazione di indagini di settore che mirano ad approfondire gli aspetti determinanti di uno stile di vita attento alle persone e all’ambiente. Uno stile di vita che abbracci a 360 gradi ogni ambito della vita quotidiana: l’alimentazione, la mobilità, l’energia, l’attenzione ai risparmi e anche la percezione del rischio e della sicurezza».

È stata analizzata anche la sensibilità della popolazione riguardo al rischio del verificarsi di eventi catastrofali, a cui la popolazione femminile è più propensa. I giovani, soprattutto nel sud Italia, percepiscono come molto probabile il rischio collegato a difficoltà economiche durante come al termine dell’attività lavorativa. Al Sud è anche molto forte la percezione del rischio collegato a minori coperture del Sistema Sanitario Nazionale.

I giovani ritengono plausibile il fatto di poter subire un sinistro o un incidente e vorrebbero uno strumento per poterne contrastare le conseguenze.

Il 76% della popolazione ritiene che sia importante assumere comportamenti di prevenzione e addirittura nella popolazione giovane questo valore sale all’80%. Tra queste persone sensibili all’idea della prevenzione, è il 65% ad assegnare alle assicurazioni un ruolo molto importante per la copertura dei rischi.​

Cultura assicurativa: perché c’è ancora tanto da fare

Nonostante questa diffusa percezione del rischio, la cultura assicurativa, intesa come padronanza dei termini più tecnici legati al rischio e alle assicurazioni, rimane limitata. Solo il 66% degli intervistati ad esempio, conosce il significato della parola “premio”, cifra che sale a 75% nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni, e a 85% per i laureati. “Sinistro” invece è un termine meglio conosciuto, (77% nel totale della popolazione intervistata e 80% tra i giovani). Anche “beneficiario” è un termine ben identificato, mentre quello meno noto è “massimale”: solo il 53% degli intervistati sa cosa significa, il 60% tra i giovani, e il 68% tra i laureati. In generale il rapporto conclude che solo il 26% abbia una cultura assicurativa elevata, il 35% ce l’ha buona e il 39% bassa e questo lascia ampi spazi di miglioramento.

I profili relativi alla cultura assicurativa possono essere così suddivisi:

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L’importanza del ruolo delle assicurazioni per i giovani

Sono proprio i giovani e soprattutto quelli con una cultura assicurativa medio-alta, a percepire la necessità che vengano coperti un numero maggiore di rischi, oltre a quelli più tradizionali come gli incidenti automobilistici, l’incendio o il furto. Ma rimangono in molti a ignorare che tali strumenti sono già disponibili.

La sensazione, quindi, è che il giovane sia spaventato dal futuro e voglia correre ai ripari con uno strumento dedicato che viene generalmente identificato con l’assicurazione, ma la scarsa cultura assicurativa impedisce che si avvicini a determinati prodotti esistenti.

Per quanto riguarda le classiche situazioni di furto, incidente, calamità naturali, l’80% della popolazione riconosce che il ruolo delle assicurazioni è fondamentale e che non se ne può fare a meno. Sono gli over 65, tendenzialmente, a non riconoscere questo ruolo, al contrario dei giovani.

Il 55% poi, identifica nelle assicurazioni e nelle mutue il soggetto preposto al risarcimento dei danni in caso di incidenti, furti, danni o calamità naturali. L’idea che sia lo Stato a dover provvedere è al secondo posto, con un risultato del 37% sul totale della popolazione (il 26% per i giovani). La percentuale sale decisamente, al 43%, tra chi ha più di 65 anni e una cultura assicurativa media. I giovani dunque, sembrano non dare per scontato che lo Stato abbia un dovere nei loro confronti in queste situazioni.

Per la pianificazione di rischi della vita invece (dove entrano in gioco piani pensionistici e previdenza complementare), è solo il 66% dei rispondenti a sostenere la necessità delle assicurazioni, mentre il 34% pensa che se ne possa anche fare a meno. ​

Come conclusione, una libera associazione di idee collegate alla parola “assicurazione” rivela che sono termini come sicurezza, premio e polizza ad essere i più rilevanti per la totalità della popolazione analizzata, ma è significativo notare che tra i giovani l’idea di sicurezza è decisamente la più persistente.​

Queste considerazioni fanno della popolazione giovane un terreno fertile per sviluppare una cultura assicurativa più approfondita che le consenta di pianificare al meglio i rischi nella propria vita. ​

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