Insieme per migliorare il Pianeta

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Insieme per migliorare il Pianeta

Il ruolo che il settore assicurativo può svolgere nel ridurre gli effetti del cambiamento climatico e facilitare la transizione a un'economia a basse emissioni di carbonio è decisivo. Gruppo Unipol ne è consapevole da tempo e ha lanciato una strategia chiara che si basa sullo sviluppo di prodotti assicurativi e d’investimento che promuovano la mitigazione e l'adattamento.

Unipol è da sempre molto attenta alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta al cambiamento climatico. Il Gruppo è pienamente consapevole del ruolo che il settore assicurativo può svolgere nel ridurre gli effetti del cambiamento climatico e nel facilitare la transizione a un’economia a basse emissioni di carbonio attraverso lo sviluppo di prodotti assicurativi e d’investimento che promuovano la mitigazione e l’adattamento.

La strategia di Gruppo non può che essere di lungo termine. Sono tanti gli obiettivi che ci siamo posti. In estrema sintesi:

  • Riduzione entro il 2030 del 50% dell’intensità di carbonio del portafoglio di investimenti finanziari gestiti direttamente;
  • riduzione entro il 2030 (rispetto al 2019) del 46% delle emissioni di Scope 1 e Scope 2;
  • investimenti tematici per gli SDGs nel 2024 pari a 1,3 miliardi di euro.

Sono queste le linee guida della politica di sostenibilità presentate da Matteo Laterza, Direttore Generale del Gruppo Unipol, nel corso del convegno “Direzione 2050, Strategie per la neutralità climatica” che ho moderato il 7 luglio 2023 a Milano. Insieme a Laterza abbiamo discusso di azioni concrete che il settore pubblico e privato possono compiere a favore del clima con Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo; Paolo Caridi, Head of Unit – Communication and Civil Society, DG Climate Action Commissione Europea; Enrico Giovannini, Direttore Scientifico Asvis; Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano e Stefano Granella, Chief Strategy and Growth A2A.

La strategia sul cambiamento climatico adottata da Unipol non nasce oggi, ma è frutto di un percorso in più tappe che si sono susseguite negli anni. Anche qui, in estrema sintesi, i passaggi chiave:

  • Nel 2015 Unipol ha pubblicato il position paper Unipol per il clima nel quale è già contenuta la visione sulla necessità di dotarsi di un modello di prevenzione e gestione delle catastrofi naturali basato sulla collaborazione tra pubblico e privato.
  • Nel 2020 il Gruppo è diventato supporter della Task-Force on Climate-related Disclosure (TCFD) per consolidare il proprio impegno a rendicontare informazioni connesse al clima. Questo significa che ogni anno rendicontiamo i progressi compiuti rispetto agli obiettivi che ci poniamo.
  • Nella 2022 Unipol ha aderito alla Net-Zero Asset Owner Alliance per azzerare le emissioni dei propri portafogli di investimento entro il 2050 e per compiere azioni che riducano le emissioni di gas serra attraverso il coinvolgimento delle società partecipate. I dati di tracciamento sono riportati in bilancio e su TCFD.

Nel corso della presentazione della strategia di cambiamento climatico, Laterza ha sottolineato quali sono le ragioni che hanno portato Gruppo Unipol a compiere determinate scelte. La prima e, forse, la più importante nasce dalla convinzione che il ruolo delle assicurazioni non si limita al solo processo di trasferimento del rischio (Risk carrier role), ma, all’interno di un processo di sistema, è fondamentale anche nel supportare altri attori, pubblici o privati, nell’implementare azioni per ridurre il rischio e adattarsi al cambiamento climatico (Risk manager role). C’è poi un altro punto importante: in qualità di investitori istituzionali, le assicurazioni possono mobilitare le risorse necessarie per finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici diventando un motore straordinario per stimolare e abilitare il cambiamento del sistema produttivo.

Dal convegno milanese ci portiamo a casa un’indicazione forte: contro il cambiamento climatico l’unione fa la forza, perché quando si tratta di sostenibilità le soluzioni sistemiche e strutturali sono le più efficaci. Non si tratta solo di ambiente, ci ha ricordato Enrico Giovannini, Direttore scientifico Asvis, ma di scelte strategiche che il settore privato e quello pubblico devono compiere. Un intervento di politica fiscale condiviso e congiunto che possa favorire la lotta al cambiamento climatico può essere da incentivo, secondo Laterza. Gli attori chiamati a scendere in campo sono tanti e diversi. La pubblica  amministrazione certamente svolge un ruolo centrale, ma da sola non basta. Per Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano, serve il contributo di tutti (imprese, società civile, privati, terzo settore).

La Strategia climatica di Unipol

La strategia climatica del Gruppo Unipol si articola nelle diverse fasi di produzione del valore.

Nell’attività assicurativa:

  • l’offerta di prodotti assicurativi orientati a supportare processi di mitigazione e ad accrescere la resilienza, monitorati attraverso l’obiettivo nel Piano Strategico di raggiungere entro il 2024 il 30% di prodotti a valenza ambientale e sociale;
  • il supporto ai propri clienti nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, attraverso lo sviluppo di prodotti volti a incentivare i clienti Auto alla riduzione delle loro emissioni con il supporto della telematica e la diminuzione degli impatti ambientali nel processo di gestione dei sinistri;
  • l’esclusione dall’attività di sottoscrizione Rami Danni delle aziende che operano prevalentemente in attività di estrazione di carbone e delle aziende che adottano pratiche estrattive non convenzionali (quali rimozione delle cime delle montagne, fratturazioni idrauliche – fracking – sabbie bituminose, perforazione in acque profonde) e monitoraggio delle performance ESG dei clienti che operano in settori sensibili (in termini di rischi connessi ai cambiamenti climatici e/o alla natura).

Nella gestione del patrimonio immobiliare:

  • la riduzione del 46,2% entro il 2030 delle emissioni di Scope 1 e 2 legate a consumi elettrici, di gas e delle altre fonti energetiche per tutti gli edifici su cui il Gruppo ha un controllo diretto, dalle sedi strumentali a quelle delle società diversificate fino agli immobili sede delle attività di Gruppo UNA e alle sedi estere;
  • la realizzazione di attività di sviluppo immobiliare orientate alla massima autosufficienza energetica, investimenti per la riqualificazione urbana orientati a rendere le città più sostenibili e investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare in essere, non solo con riferimento al proprio patrimonio strumentale ma anche agli immobili non strumentali gestiti;
  • il miglioramento dell’efficienza delle strutture informatiche, tra le principali fonti di consumo dopo gli impianti di riscaldamento e raffreddamento. Il processo di virtualizzazione dei server implementato dal Gruppo nel 2022 ha permesso di ridurre i consumi di energia elettrica per l’alimentazione e il raffreddamento dell’attrezzatura informatica di circa 38.377 MWh/Anno, corrispondenti a circa 10mila tonnellate di CO2 non emessa.

Negli investimenti mobiliari:

  • l’adesione alla Net Zero Asset Owner Alliance: impegno a ridurre le emissioni dei propri portafogli di investimento a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e ad agire per ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’engagement delle aziende investite;
  • l’ampliamento delle esclusioni settoriali nei settori più impattanti: esclusione a priori sia dai nuovi investimenti di Emittenti Corporate che traggono il 30% e oltre dei loro ricavi dalle attività di estrazione di carbone o di generazione di energia elettrica da carbone termico e che non dimostrino un posizionamento ambizioso in termini di transizione del business verso un’economia a basse emissioni di carbonio sia dai nuovi investimenti di Emittenti Corporate i cui ricavi derivino per il 30% e oltre da attività connesse a sabbie bituminose, gas di scisto e arctic drilling;
  • l’incremento degli Investimenti tematici per gli SDGs: raggiungere 1,3 miliardi di euro complessivi investiti a sostegno dell’Agenda 2030 nel 2024, a partire dagli 862,2 milioni investiti a fine 2021.

Dal 2010 è Responsabile della sostenibilità Gruppo Unipol, dal 2018 è Direttrice della Fondazione Unipolis, ha vent'anni di esperienza sul tema sia come consulente che in impresa, a livello nazionale ed internazionale, oltre ad aver ricoperto per oltre quindici anni la carica di Segretario generale di Impronta Etica ed essere stata membro dell'Advisory Board del SAI per alcuni anni. Ha scritto numerosi articoli pubblicati su riviste o in collettanee, nonché i volumi Responsabilità Sociale ed Etica? (Ed Carrocci, marzo 2005); L'intervento pubblico per la promozione della Responsabilità Sociale d'Impresa: esperienze degli enti locali in Italia (Ed Maggioli, gennaio 2008); Siamo tutti stakeholder (Maggioli editore, novembre 2009); Obiettivo Comune (Edizione ambiente, 2014). Ha insegnato in diversi corsi universitari e post-universitari, oggi è Executive Director dell' Executive Master in "Sustainability and Business Innovation" alla Bologna Business School.