Lo sviluppo del software con la GenAi
Alcune considerazioni sull’impatto della GenAI negli ambienti di sviluppo collaborativo: dall’Hackathon alla pratica quotidiana degli sviluppatori software. Hackathon
Innovazione tecnologica, maggiore informazione e coalizione tra pubblico e privato. Welfare Italia Forum 2018 ideato dal Gruppo Unipol alimenta il dibattito sui cambiamenti delle politiche sociali.
Innovazione tecnologica, maggiore informazione e coalizione tra pubblico e privato. Welfare Italia Forum 2018 ideato dal Gruppo Unipol alimenta il dibattito sui cambiamenti delle politiche sociali.
Il welfare è un insieme di servizi in un mondo che cambia ad altissima velocità, dove l’innovazione tecnologica segna il passo e dove è ormai necessario guardare al futuro con la necessità di una collaborazione tra pubblico e privato. Se ne è parlato a Roma il 10 e 11 dicembre, nelle magnifiche cornici di Palazzo Venezia e del centro Studi americani, durante il Welfare Italia Forum 2018, iniziativa interna al laboratorio per le nuove politiche sociali creato dal gruppo Unipol dal 2010. Al centro del dibattito quest’anno c’è stata l’innovazione tecnologica quanto sia diventata centrale anche nel settore del welfare. A partire dall’intelligenza artificiale, ovvero dallo sviluppo di quelle tecnologie in grado di gestire algoritmi in modo più efficiente di quanto sia riuscita a fare finora l’informatica tradizionale, fino a fornire i risultati che servono in termini evolutivi per comprendere meglio il mondo e anticipare quello che può accadere.
«L’intelligenza artificiale sta cambiando tutto il nostro mondo e il nostro modo di vivere. Ci aiuta e ci aiuterà in tutti i settori del quotidiano, anche nella sanità», ha spiegato Jens Redmer, head of product policy Google che ha presentato un progetto a cui stanno lavorando in Google. «Si tratta di una tecnologia che, partendo da alcune immagini registrate in tempo reale, attiva un sistema in grado di trascrivere gli oggetti identificati per raccontarli a persone non vedenti. Le aiuta a sapere cosa hanno intorno».
Una vera rivoluzione davanti alla quale non ci si può far trovare impreparati. «Dobbiamo stare al passo con la realtà che cambia», ha sottolineato Carlo Cimbri, amministratore delegato del Gruppo Unipol. «E non si tratta solo di evoluzioni nei servizi alle persone, ma anche nella capacità di predizione che queste tecnologie consentono. Basti pensare per esempio a come sarà possibile anticipare i fenomeni naturali che flagellano il nostro paese e limitare le conseguenze devastanti per le persone dovute oggi proprio alla mancanza di previsione e prevenzione». Ma c’è di più: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del machine learning causerà una perdita di posti di lavoro, un processo irreversibile che deve essere accompagnato da una riconversione delle professionalità. «Per questo è centrale anche la formazione, per noi strategica. Abbiamo investito denaro e energie per creare l’Academy di Gruppo come centro autonomo di formazione».
Nella due giorni romana di Welfare Italia Forum 2018 il confronto è stato aperto su esperienze di welfare aziendale, di Gig economy, con rapporti accademici di primarie università italiane, contributi del Ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e del Ministro dell’Economia Giovanni Tria, e una ricerca Ipsos presentata dal presidente Nando Pagnoncelli dalla quale emerge con forza come sia la sanità il settore del welfare considerato più importante dagli italiani (si sono espressi così al 53%) che nel complesso non lo valutano positivamente.
Welfare Italia Forum – Bisogni aspettative e scelte di welfare.PDF
Dalla ricerca emerge la consapevolezza che il sistema sanitario andrà incontro a difficoltà crescenti dovute all’invecchiamento della popolazione e alle risorse pubbliche sempre più limitate. Ci si aspetta dunque un intervento da parte dello Stato per eliminare gli sprechi e per salvaguardare le categorie più a rischio. «Nonostante questa consapevolezza, però, gli italiani non mostrano un atteggiamento attivo sia in termini di apertura di coperture assicurative, sia di informazione e approfondimento del tema e delle sue implicazioni», ha concluso Pagnoncelli.
«La comprensione del welfare è un passaggio culturale e richiede tempo», ha spiegato Cimbri. «Guidare con consapevolezza le scelte dei lavoratori e della popolazione è un compito che spetta alla classe dirigente: politici, imprenditori e sindacati. Se vogliamo salvaguardare il tenore di welfare raggiunto fino a oggi, dobbiamo incentivare la collettivizzazione della domanda».
Ed è per questo che è sempre più sentire comune che si debba creare una cooperazione tra pubblico e privato. «L’elemento che ci guida prende spunto dall’articolo 32 della Costituzione, che fa rifermento alla tutela della salute dell’individuo nell’interesse della collettività», ha dichiarato Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol. «Per poterlo fare è essenziale una evoluzione lungimirante del ruolo del pubblico da associare alle iniziative private, per costruire percorsi di partenariato oggi necessari per promuovere informazione, educazione, prevenzione, per ridurre le disuguaglianze e per cercare di spingere l’innovazione».
Per Cimbri al centro deve esserci l’interesse collettivo. «Non c’è prosperità nell’incremento delle diseguaglianze, che derivano da un sistema di welfare stato-centrico che non riesce più a tutelare tutti e che viene meno per mancanza di risorse penalizzando le fasce sociali più deboli» ha detto l’amministratore delegato del Gruppo Unipol. «È necessaria una collaborazione pubblico-privato per creare una nuova coesione sociale. Non è una valutazione ideologica, è una costatazione di necessità. Il laboratorio che con Unipol abbiamo avviato dal 2010 vuole essere un contributo a questa innovazione che stiamo cercando di accompagnare nei servizi che proponiamo».
Il welfare aziendale è infatti oggi il principale strumento per incrementare le disponibilità economiche dei lavoratori. Per le aziende gli incrementi di salario in denaro devono essere legati a incrementi di produttività. Puntare invece sul welfare aziendale costa meno e significa aumentare la disponibilità economica dei dipendenti perché è come dare loro soldi in più. «Il welfare aziendale aiuta anche il processo di informazione che è fondamentale», ha aggiunto Cimbri. «Quando le persone imparano a conoscere il prodotto della previdenza integrativa, si sviluppa una curva di apprendimento che porta benefici all’intero sistema».