Bellezza: i giovani dicono addio al modello della perfezione

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Bellezza: i giovani dicono addio al modello della perfezione

Si diffonde una nuova sensibilità rispetto al corpo per cui tutti, anche gli influencer o i vip, mostrano i propri difetti facilitando il riconoscimento della propria specificità. Il dato emerge dall’Osservatorio GenerationShip realizzato da Gruppo Unipol in collaborazione con Kienn.

È sotto gli occhi di tutti: il corpo è un campo in cui si combatte una battaglia fra due modelli. Da una parte c’è il riconoscimento di un «bombardamento», in cui la perfezione fisica viene proposta come lo standard per tutti. In particolare, secondo i dati dell’Osservatorio Generation Ship 2023:

  • “I social ci bombardano sempre più con immagini di persone perfette e questo ti porta a notare di più i tuoi difetti”: 68%.
  • “App di incontri e social costringono le persone ad un certo canone di bellezza”: 57%.

Dall’altra viene descritto un cambiamento radicale, in cui si è spezzato un modello unico di bellezza. I social hanno permesso di creare diversi standard di bellezza e la moda ha sostenuto e rafforzato questo cambiamento. Una nuova sensibilità rispetto al corpo per cui tutti, anche gli influencer o i vip, mostrano i propri difetti. L’emergere di questa nuova sensibilità facilita il riconoscimento della propria specificità, la body positivity è uno dei grandi temi del presente:

  • “I social hanno permesso di creare diversi standard di bellezza”: 54%.
  • “Si è messa in discussione la necessità che le donne abbiano un corpo perfetto”: 51%.

Ma nonostante questa evoluzione recente, la spinta dei social e dei media verso la perfezione (pur mitigata da una varietà di modelli di bellezza) e l’imperativo ad aderire a canoni estetici determinati è largamente prevalente, come è dimostrato dal fatto che solo una minoranza se la sente di riconoscere che si è allentata la morsa delle aspettative estetiche:

  • “oggi si ci può mostrare come si è veramente” 40%
  • “oggi siamo più attenti al benessere che alla bellezza”: 41%.

I social si rivelano così uno strumento di consapevolezza ma anche di potenziale rischio, portatori di un’ambiguità di fondo, ancora irrisolta:

  • “i social uniscono culto del corpo perfetto e l’idea che perfezione estetica non esiste”: 53%.

Il problema dell’autostima delle giovani donne

Il modello della «perfezione fisica come standard» esercita un impatto incondizionato sulle donne più giovani: la loro adesione alla “perfezione come standard” è molto più marcata rispetto alle donne mature e agli uomini in genere.

La preoccupazione maggiore riguarda i commenti e i giudizi generati da foto e video proposti. A ciò si aggiungono le ansie legati alla privacy, al rispetto della propria intimità e a tutti i rischi correlati. Queste esperienze ostacolano un’accettazione del corpo di per sé non agevole, fino a generare difficoltà nel relazionarsi con gli altri e nel rapporto con sé stesse.

L’ansia sociale differenzia in modo radicale le giovani donne dal resto della popolazione. Il 66% delle ragazze della Gen Z (16-27 anni) ammette di aver sperimentato insicurezza e/o disagio rispetto al proprio aspetto fisico. È un vissuto che resta dominante anche in età in età adulta: 59% fra le donne Millennials junior (28-35), 55% fra quelle della Gen X (36-55 anni). È solo in età matura che la preoccupazione si attenua pur senza scomparire (Baby Boomers: 39%).

Da notare, che per gli uomini il fenomeno quasi non si pone: 28-29% per Gen Z e Millennials, scende al 24% per la Gen X e addirittura al 19% per i Baby Boomers.

Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.