L’eCall, un angelo custode a bordo

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L’eCall, un angelo custode a bordo

L’Unione europea ha reso obbligatorio da marzo sulle auto di nuova omologazione il sistema (eCall) che consente di chiamare il numero di emergenza in caso di incidente. Ecco cosa cambia per chi guida.

L’Unione europea ha reso obbligatorio da marzo sulle auto di nuova omologazione il sistema (eCall) che consente di chiamare il numero di emergenza in caso di incidente. Ecco cosa cambia per chi guida.

Le auto del futuro saranno elettriche, autonome e connesse, in pratica dei robot. Ormai non ci sono più dubbi su quelle che saranno le caratteristiche dei veicoli di tutti i giorni ma per ora si parla di futuro non certo di presente. Alcune funzionalità stanno però per arrivare sul mercato e avranno la potenzialità di fornire finalmente dei vantaggi concreti non solo ai conducenti ma anche a tutta la società.

Dell’elettrico si può ovviamente parlare già come di un fenomeno destinato, anche a breve, a diventare di massa nonostante le dimensioni ancora esigue dell’offerta e quindi del mercato. La guida autonoma è, invece, al momento limitata a programmi di sperimentazione anche se negli Stati Uniti circolano già promesse di nuovi servizi per la fine dell’anno: è il caso di Waymo e delle sue Chrysler Pacifica per una flotta di robotaxi da dispiegare per le strade di Phoenix. Le auto connesse rappresentano una questione ben più complessa che però può ricevere una spinta decisiva dall’azione legislativa dell’Unione Europea. Ovviamente quando si parla di auto connesse bisogna fare le dovute precisazioni. In un certo senso esistono già sulle strade auto connesse alla rete telefonica così come esistono case automobilistiche che in un modo o in un altro offrono servizi di assistenza telefonica. I navigatori satellitari sono, per esempio, una delle prime forme di connessione arrivate a bordo dei veicoli. Manca ancora un aspetto cruciale della connettività: l’interazione costante tra veicolo e infrastruttura di telefonia all’interno di un sistema regolato e codificato. In tal senso una svolta arriverà, anzi è già arrivata, con l’entrata in vigore di una direttiva europea che rende obbligatoria l’istallazione dell’eCall e lo sarà dal 31 marzo prossimo per tutti i veicoli leggeri e commerciali di nuova omologazione all’interno dei Paesi membri della Ue.

L’eCall, su cui la Commissione Europea insiste dal 2013 e che il Parlamento Europeo ha deciso di imporre dando tre anni di tempo ai produttori per adeguarsi alla direttiva emanata nel 2015, è in grado di richiedere l’invio di soccorsi in caso di sinistri o di uscite di strada segnalando non solo la posizione del veicolo coinvolto nell’incidente ma anche il tipo, le dimensioni, la direzione di viaggio, lo stato del conducente e dei suoi passeggeri e tante altre condizioni. Il sistema, collegato al numero di emergenza europeo 112 (operativo in Italia da ottobre prossimo), può essere attivato dagli occupanti del veicolo premendo un apposito pulsante ma può anche attivarsi in automatico in caso si riscontri la perdita di conoscenza degli occupanti.   

Non si tratta ovviamente di una novità assoluta nel panorama automobilistico. Un sistema analogo è offerto negli Stati Uniti dalla General Motors e servizi simili, ma in abbonamento, da altre case automobilistiche del calibro di Bmw, Ford, Lexus e Opel. Si tratta però di optional non di dotazioni di serie obbligatorie per legge come l’eCall. Del resto Commissione Europea e Parlamento si sono prefissati un obiettivo ben preciso: impiegare le nuove tecnologie per salvare vite umane. La commissione, sulla base di una serie di stime, ritiene infatti che la chiamata d’emergenza in automatico consentirà di ridurre i morti sulle strade del Vecchio Continente di circa il 10% riuscendo così a salvare circa 2.500 persone l’anno grazie alla maggior precisione nella localizzazione del luogo dell’incidente da parte dei soccorsi e ovviamente alla maggior rapidità di intervento: i tempi è previsto crollino del 40% in città e del 50% nelle aree extraurbane. Si avranno dunque conseguenze sul fronte dei costi legati ai soccorsi così come si andrà a ridurre l’impatto sui servizi sanitari senza trascurare gli effetti per il mondo delle assicurazioni e delle infrastrutture. A Bruxelles calcolano, per esempio, un risparmio di oltre 10 miliardi di euro sui 130 miliardi sborsati ogni anno dai contribuenti per spese mediche e opere di rifacimento delle strutture danneggiate.

Si tratta quindi di un dispositivo ritenuto fondamentale per la sicurezza degli automobilisti al pari delle cinture di sicurezza o di altre soluzioni che le autorità comunitarie hanno deciso di rendere obbligatori a partire dagli anni ’80. Non è un caso che il numero degli incidenti automobilistici si sia via via ridotto in Europa anche grazie a sistemi come l’Abs o l’Esp e ovviamente gli airbag di diverso genere e grado.

 Ovviamente l’eCall ha un costo. Si parla di circa 100 euro per la sua installazione mentre ancora da definire sono le spese legate alle Sim telefoniche inserite nel dispositivo. La questione riguarderà comunque solo chi acquisterà auto nei prossimi mesi visto che la direttiva europea non riguarda i modelli già in circolazione. Ben più definita è invece la questione della privacy. La Commissione Europea, nel precisare come l’eCall non rappresenti una sorta di scatola nera, ha infatti imposto limiti ben precisi imponendo che il sistema non sia tacciabile prima di un’eventuale incidente e che i dati raccolti non vengano trasferiti senza ilconsenso degli interessati. «Il sistema 112 eCall – viene spiegato in un documento della stessa commissione – rimane dormiente, cioè non si connette alla rete mobile, finché non avviene un grave incidente, dunque durante le normali operazioni il veicolo non è tracciato e non vengono trasmessi dati».

Le caratteristiche del sistema lo rendono dunque un primo tentativo di trasformare un fenomeno di nicchia in un prodotto di massa creando le basi per l’esplosione definitiva di un nuovo mercato già oggi dalle potenzialità enormi. IHS Markit prevede, per esempio, che i servizi telematici per l’automotive arriveranno a generare ricavi per oltre 6,7 miliardi di dollari entro il 2023, con una crescita composta annua del 17% circa. Le stime parlano anche di oltre 66 milioni di auto equipaggiate con una qualche forma di sistema telematico, contro i 33 milioni usciti dalle catene di montaggio nel 2016.

Si tratta, quindi, di un mercato enorme che la Commissione Europea spinge le realtà del settore europee ad aggredire sin da ora anche graziealla obbligatorietà di sistemi come l’eCall. E in tale quadro l’Italia non sfigura visto l’avanzamento della sperimentazione della Tsp Association, composta, tra gli altri, da Europ Assistance Italia, Viasat, Vodafone Automotive, Tim, Way, Lojack Italia, Multiprotexion e GeneraliCar, con l’Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) Lombardia. Inoltre l’Italia ha raggiunto livelli di leadership nella telematica per le assicurazioni anche grazie alle politiche di un gruppo come Unipol, che da anni sta puntando proprio sulla telematica. Non è un caso che abbia costituito una società ad hoc, AlfaEvolution Technology, con massicci investimenti per lo sviluppo di servizi a 360 gradi. Peccato che l’Italia sia in ritardo di quasi 10 anni rispetto alle direttive europee nell’implementazione del numero unico 112.

Giornalista da 11 anni, appassionato di auto da sempre. Dai numeri cerco di trarre insegnamenti, dalle parole uno sguardo sulle persone. Ogni volta che vedo passare un'Alfa del passato mi alzo il cappello. Guardo alle nuove tecnologie con entusiasmo e tanti dubbi. ​