L’auto connessa è quasi realtà

Technology


L’auto connessa è quasi realtà

I dati parlano di una forte crescita dei servizi per la connessione dei veicoli con le infrastrutture di telecomunicazione. L'auto connessa è quasi realtà .

I dati parlano di una forte crescita dei servizi per la connessione dei veicoli con le infrastrutture di telecomunicazione. L’auto connessa è quasi realtà .

​L’elettrificazione è il trend del momento per quanto le auto alla spina rappresentino ancora una nicchia del mercato e ci vogliano ancora diversi anni prima che diventino di massa. I servizi di condivisione sono, invece, una realtà ormai di tutti i giorni anche se limitato più che altro agli ambiti urbani. La guida autonoma è nel pieno del suo sviluppo, con decine e decine di esempi di sperimentazione e qualche iniziale servizio commerciale, ma per le auto robot non è ancora tempo per una serie di questioni che travalicano l’aspetto puramente tecnologico. Infine, la connettività è il campo oggi sta vedendo una continua crescita dopo l’avvio dei primi servizi telematici ad uso assicurativo, le black-box che oggi rappresentano il grosso del mercato. L’auto connessa potrebbe diventare realtà.

Il quadro della situazione si può desumere da uno studio dell’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano presentato al convegno “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio”. La ricerca, basata su dati del 2019, rileva, innanzitutto, come in Italia ci sia già un mercato di un certo peso per le auto connesse: vale 1,2 miliardi di euro, risulta in crescita del 14% rispetto al 2018, in linea con l’andamento di altri Paesi, e riguarda sostanzialmente 16,7 milioni di veicoli. Si tratta di oltre il 40% dell’intero parco circolante e pertanto di una percentuale decisamente consistente.

Diverse auto, oggi, sono disponibili con schede Simsono 2,2 milioni, ben il 47% in più rispetto al 2018. Quelle dotate di sistemi bluetooth sono, invece, 4 milioni e sono cresciute del 33%. Sono tassi di crescita a doppia cifra destinati a migliorare ulteriormente in funzione dell’ampliamento dell’offerta dei costruttori, intenzionati a intercettare una domanda di servizi ancora latente e poco sfruttata dal settore ma destinata di sicuro a crescere anche grazie al continuo interesse dei consumatori.   

Basti pensare come per la ricerca sia stato condotto un sondaggio da cui è emerso che oltre metà del campione degli intervistati abbia intenzione di acquistare un’auto con soluzioni di connettività nel giro dei prossimi tre anni perché attirato da diversi benefici come l’assistenza al parcheggio o da una maggior percezione di sicurezza indotta, per esempio, da funzioni come la frenata d’emergenza automatica.

Non solo. Il 75% è a conoscenza delle funzionalità delle auto intelligenti e il 61% utilizza auto con soluzioni come il parcheggio assistito o con sistemi di assistenza alla guida. Esiste, dunque, già oggi un bacino di clienti da intercettare con specifiche proposte, ma soprattutto esiste un potenziale di crescita ancora inesplorato legato a evoluzioni di mercato e ancor di più di norme e tecnologie. Se da una parte, anche per effetto del lockdown causato dalla pandemia del coronavirus, il futuro dei trasporti sarà sempre più incentrato sugli spostamenti privati, dall’altra le normative europee, come già avvenuto con l’obbligo del sistema eCall per la chiamata d’emergenza, sono destinate a imprimere un colpo di accelerazione all’adozione di sistemi di assistenza alla guida, come la frenata automatica, che sono più efficaci all’interno di una rete di connessioni dove l’auto comunica non solo con l’infrastruttura telefonica ma anche con gli altri veicoli generando uno scambio di dati e informazioni continuo e in tempo reale.

Nei prossimi anni si andrà quindi a sviluppare un circolo virtuoso capace di generare opportunità crescenti di business che a loro volta attireranno sempre più aziende pronte a proporre offerte e quindi ​a creare nuova domanda aggiuntiva di servizi. Servizi che, tra l’altro, sono già cresciuti nel 2019 del 20% arrivando a valere 330 milioni di euro. In questo ambito le maggiori potenzialità sono legate all’elaborazione di proposte ‘tagliate su misura’ per ogni consumatore. Le compagnie assicurative potranno, per esempio, personalizzare le polizze assicurative basandosi sui dati relativi allo stile di guida del singolo cliente o all’utilizzo temporale del veicolo. Sul mercato qualcosa già si muove in tal senso, ma sarà con l’aumento della connettività e quindi dello scambio di dati che sarà possibile migliorare le capacità di analisi e di conseguenza le possibilità di definizione di specifiche proposte. Il tutto, però, è subordinato allo sviluppo di sistemi di interconnessione dei veicoli p​ervasivi e di un’infrastruttura capace di reggere un aumento esponenziale dei dati. In tal senso un contributo decisivo arriverà dalla tecnologia del 5G. Anche per questo oggi, quando si parla di auto connessa o intelligente, non si descrive un futuro remoto come nel caso dei robotaxi bensì un domani ormai imminente.


Giornalista da 11 anni, appassionato di auto da sempre. Dai numeri cerco di trarre insegnamenti, dalle parole uno sguardo sulle persone. Ogni volta che vedo passare un'Alfa del passato mi alzo il cappello. Guardo alle nuove tecnologie con entusiasmo e tanti dubbi. ​