Serve un welfare di comunità

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Serve un welfare di comunità

Alleanza tra pubblico, privato e no profit per creare un sistema incisivo. Carlo Cimbri, CEO Gruppo Unipol, e Giuseppe Guzzetti, già Presidente Fondazione Cariplo ne parlano a un incontro del Think Tank “Welfare Italia” e The European House–Ambrosetti.

Alleanza tra pubblico, privato e no profit per creare un sistema incisivo. Carlo Cimbri, CEO Gruppo Unipol, e Giuseppe Guzzetti, già Presidente Fondazione Cariplo ne parlano a un incontro del Think Tank “Welfare Italia” e The European House–Ambrosetti.

L’esperienza della pandemia ha messo in evidenza la vastità delle fratture del sistema sanitario italiano, le profonde fragilità sociali, facendo emergere nuove povertà non solo fisiche ma anche educative e bisogni che il sistem​a Paese per come oggi è fatto non era stato in grado di scorgere. Come rispondere a questi bisogni apre la strada a una nuova stagione di alleanze tra pubblico e privato sociale, il cosiddetto terzo settore, e mondo assicurativo che porta alla necessità di costruire un Welfare di comunità che valorizzi le specificità dei singoli territori italiani. Questa la conclusione dell’incontro​ “Il nuovo welfare di comunità e l’alleanza tra pubblico, privato e no-profit nel contesto emergenziale attuale” organizzato da “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” che nasce nel 2010 dal Gruppo Unipol e dal 2019 è diventato Think Tank “Welfare, Italia” grazie alla partnership con The European House –Ambrosetti. Protagonisti del dibattito moderato da Ferruccio de Bortoli, Presidente Vidas, l’associazione che assiste i malati terminali e le loro famiglie, sono stati Carlo Cimbri (Group CEOUnipol Gruppo) e Giuseppe Guzzetti (Filantropo; già Presidente, Fondazione Cariplo). 

COESIONE SOCIALE E TERRITORIO: COSA ABBIAMO IMPARATO DAL COVID-19
La prima lezione che il sistema Italia ha imparato dalla pandemia è che non possiamo illuderci che lo Stato possa fare tutto, anche adesso che è che è caduto il vincolo di bilancio e ci sono a disposizione risorse ingenti per finanziare la ripresa. «Il trend che lo Stato non possa far tutto è ineliminabile e incontrovertibile, perlomeno in Italia, perché le esigenze di bilancio torneranno drammaticamente di attualità tra qualche mese, quando sarà passata questa voglia collettiva di contrastare gli effetti della pandemia e di rilanciare con grandi sussidi l’economia globale» ha detto Carlo Cimbri, Ceo Gruppo Unipol sottolineando come servirà una disciplina di bilancio ancora più grande. «Il privato dovrà sgravare il pubblico dalle prestazioni che possono essere svolte fuori dagli ospedali, in maniera altrettanto efficace e forse con maggiore velocità». Le principali lezioni del Covid in ambito sanitario? Secondo Cimbri è emerso con chiarezza il ruolo insostituibile del sistema pubblico in presenza di gravi patologie e in situazioni ad alta intensità di cura, ma è anche emerso che si era perso di vista il ruolo chiave della sanità territoriale. «Serve una rivalutazione, una rideterminazione del medico di comunità e più in generale del welfare di comunità», ha sottolineato Cimbri. Sulla stessa linea Giuseppe Guzzetti, già Presidente Fondazione Cariplo, che ha posto l’accento sulla grande occasione che questa situazione straordinaria offre per le nuove alleanze tra Stato, il privato e il privato sociale (terzo settore, no profit), i tre pilastri su cui si fondano le democrazie liberali. «Povertà, senilità, handicap ed emarginazione sono le fragilità che l’arrivo del virus ha esasperato» ha detto Guzzetti. «Questo mette a rischio la coesione sociale».

LE RISORSE PER RIPARTIRE: UN’OCCASIONE DA NON SPRECARE
Il tema dell’alleanza pubblico e privati era già dibattuto prima del virus, adesso diventa una necessità per usare bene i fondi previsti dal Governo e dalla Commissione europea per far ripartire l’Italia. «Quando questa fase di emergenza sarà terminata, ci ritroveremo con un fardello di debito pubblico molto più alto rispetto a prima della pandemia: avremo bisogno di una grande disciplina di bilancio più che in passato» ha detto Cimbri sottolineando che non si potrà spendere queste risorse illimitatamente e questa fase diventa cruciale anche per costruire il welfare del futuro affiancando al pubblico un privato sociale di prossimità, di comunità, perché sul territorio italiano ci sono situazioni troppo diverse per pensare di trovare soluzioni uniche. Sulla necessità di un welfare che dia risposte concrete alle singole comunità concorda Guzzetti che ha aggiunto: «La comunità è il territorio in cui si vive, è fatta di relazioni economiche, sociali, culturali. Dobbiamo far emergere i bisogni dal basso, dai territori in cui le persone si identificano». Guzzetti ha poi ricordato come l’appartenenza a un territorio renda più facile per le persone vedere soddisfatti bisogni reali. «Lo abbiamo visto di fronte all’emergenza degli ospedali» ha detto Guzzetti. «La Fondazione Cariplo ha mobilitato le 16 fondazioni comunitarie e in pochi giorni abbiamo raccolto più di 50 milioni che sono stati destinati alle attività proprie dell’emergenza: le persone hanno visto il bisogno che andava a soddisfare e soprattutto erano in grado di controllare se il denaro sarebbe stato speso bene».

Secondo Cimbri, il problema prioritario ora è come rilanciare il sistema produttivo. «Gli aiuti a pioggia come il reddito di cittadinanza sono cose belle e a volte necessarie ma non possiamo vivere di sussidi. Questi devono rimanere nell’ambito della straordinarietà, se no condanniamo intere generazioni alla povertà» ha detto Cimbri. «Già oggi ci sono famiglie che hanno bisogno di assistenza e sostegno, i sussidi non suppliscono ai bisogni primari dopo lo shock della pandemia». Per Cimbri, il Mes nello specifico è indirizzato a investimenti mirati all’assistenza sanitaria, parte importantissima del nostro welfare. «Le condizioni che pone il Mes all’Italia sono le stesse degli altri Paesi, non sono più pesanti e l’utilizzo di questi fondi può dare ulteriore impulso a determinati progetti anche con un coinvestimento di pubblico e privato». Per Cimbri è il welfare di comunità che può dare le risposte. «Durante la pandemia è emersa chiaramente la questione dell’assistenza agli anziani che in un Paese come il nostro assume caratteristiche di importanza non più derogabili» ha aggiunto Cimbri parlando delle polizze Long term care (LTCM) che meriterebbero un filone di intervento normativo e di agevolazioni fiscali in questa fase dove c’è la possibilità di impiantare nuove e più forti formule di assistenza sociale come è già avvenuto, per esempio, in Germania. Per Guzzetti si dovrebbe porre più attenzione sulla ricerca per certe malattie della senilità che sono quelle su cui le grandi case farmaceutiche non investono perché non hanno ritorno e, anche in questo caso, fondazioni e privati possono fare la loro parte.

IL RUOLO DEI PRIVATI PER UN WELFARE NEW DEAL
L’affiancamento tra privato e pubblico che era già una necessità in passato ritorna di attualità per il futuro. Che tipo di privato? La cosa che emerge da questa pandemia è la necessità di un privato sociale di comunità. Che ruolo hanno le assicurazioni? «Sono investitori di lungo periodo visto l’orizzonte temporale dei loro impegni e ben supportano gli investimenti in questa fase di rilancio a fianco dello Stato» ha detto Cimbri. «Le assicurazioni possono ammodernare, costruire e rilanciare infrastrutture di natura fisica o tecnologica. In questo possono essere pilastro della coesione sociale e un perno del new deal economico» ha detto Cimbri. «Bisogna rilanciare, ammodernare e costruire infrastrutture, di natura tecnologica e non perché questo Paese ne ha bisogno e non possiamo ricordarcene solo in occasioni come la tragedia del Ponte Morandi». Secondo Cimbri, siamo a un vero turning point nella storia: da come sarà spesa l’enorme massa di risorse che nessun Governo ha mai potuto impiegare negli ultimi 30-40 anni dipenderà il nostro futuro. Per Guzzetti il capitalismo familiare e le imprese attente alla sostenibilità sono un pilastro del nuovo welfare. Ma si apre uno spazio importante anche per i privati no profit nei settori della sanità e della previdenza.

«Le donazioni verso progetti sanitari Covid-19 hanno penalizzato il volontariato durante la pandemia, ma gli italiani, stando ai dati Doxa, sono generosi: il 69% ha donato con un incremento del 30% dei donatori» ha detto Guzzetti. «Quando sarà finita l’urgenza bisogna che queste donazioni non finiscano, che questa generosità si orienti a sostenere il terzo settore che oggi è indispensabile per sostenere bisogni a cui lo stato anche prima della pandemia non faceva fronte e non affronterà mai».

SANITA’: NON SERVE UN SISTEMA CENTRALIZZATO
Un’altra conseguenza del Covid -19 è stata la messa in discussione del decentramento della gestione dei servizi sanitari alla Regioni. Per Cimbri il tema non si pone: «Non mi farei prendere dall’ansia di centralizzare tutto quanto. La comunità dà più risposte e più puntuali, alle Regioni lascerei il compito di gestire la sanità. Il desiderio di centralizzazione pecca di capacità di essere poi concretamente messo a terra. Però non ci possiamo permettere il rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni per cui va a finire che le cose non le fa nessuno e le persone soffrono», ha detto Cimbri sottolineando come il privato dovrà sgravare il pubblico dalle prestazioni che possono essere svolte fuori dagli ospedali, in maniera altrettanto efficace e forse con maggior velocità. Per Guzzetti, la gestione sanitaria deve restare senza ombra di dubbio alle Regioni. «Lo Stato deve fissare degli obiettivi, dei principi di carattere generale, si possono poi trovare degli strumenti a livello nazionale che riportino a un riequilibrio della spesa sanitaria».

Verso Welfare Italia 2020 (17-18 novembre – Palazzo Venezia, Roma)

Il webinar “Il nuovo welfare di comunità e l’alleanza tra pubblico, privato e no-profit nel contesto emergenziale attuale” fa parte di un percorso di incontri della Community del Think Tank “Welfare, Italia” che si comporrà di diversi appuntamenti, tra cui:

“Il presente e il futuro delle politiche sociali nel nuovo scenario: principali azioni e misure dei Paesi OECD”
Relatore Dott. Stefano Scarpetta, Direttore Dipartimento di Employment, Labour and Social Affairs OECD
Venerdì 10 Luglio (10:30-12:30)

Altri webinar e attività saranno programmati nel corso dei prossimi mesi e​​​ resi disponibili attraverso il sito ThinkTank “Welfare, Italia”.

Advisory board del Think Tank di “Welfare, Italia”: Carlo Cimbri Group CEO, Unipol Gruppo; Veronica De Romanis Professore, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS), Membro del comitato direttivo, Osservatorio Conti Pubblici Italiani, Università Cattolica di Milano; Giuseppe Guz​​zetti Filantropo e avvocato, già Presidente, Fondazione Cariplo, già Presidente, Regione Lombardia; Walter Ricciardi Consigliere del Ministro della Salute, Presidente, Mission Board for Cancer, Commissione Europea, Coordinatore del Comitato Scientifico, Human Technopole, già Presidente, Istituto Superiore di Sanità; Stefano Scarpetta, Direttore Dipartimento di Employment, Labour and Social Affairs, OECD; Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The EuropeanHouse–Ambrosetti.

​E' composta da giornalisti professionisti che danno vita al magazine digitale del Gruppo Unipol, capace di proiettarsi nel futuro, raccontandolo in ogni sua forma.